Le Loppe, gli scavi diventano attrazione

Gosaldo, pronta per l’estate una nuova campagna di indagini archeologiche con l’apertura alle visite dei turisti

GOSALDO. La Valle del Mis diventerà un centro archeologico di assoluto valore, grazie agli scavi svolti nel corso degli anni a Pian de Le Loppe, che dal 2012 ad oggi hanno permesso di riportare alla luce un sito archeometallurgico del 1500, suddiviso in due aree, che si estende su una superficie totale di 500 metri quadri.

E già da metà luglio, quando i lavori degli archeologi riprenderanno, i turisti potranno visitare gli scavi, per i quali nel 2018 verranno stanziati ulteriori fondi per un totale di 10mila euro; la cifra andrà a sommarsi ai 25mila euro finora utilizzati.

Varie sono le realtà coinvolte nei lavori: dal gruppo archeologico agordino Arca, che ha condotto le ricerche, all’università di Padova passando per la Soprintendenza archeologica del Veneto, che ha supervisionato i lavori, svoltisi all’interno del territorio del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, insieme al Comune di Gosaldo.

Ieri nella sede dell’ente Parco a Feltre sono stati presentati ufficialmente i risultati delle indagini archeologiche che hanno consentito di riportare alla luce, a Pian de Le Loppe, il sito archeometallurgico dove in piena età medievale venivano lavorati i metalli. Un sito del quale sono emerse due sostanziali peculiarità, tutt’ora oggetto di ricerca e approfondimenti: un’area dove il rame e i metalli venivano fusi e un’altra dove era invece presente un edificio in cui venivano trasformati una volta raffreddati.

Nel primo caso è stato possibile giungere a tale deduzione grazie al rinvenimento di rocce di colore intenso, che hanno testimoniato la lavorazione del materiale sotto il livello della superficie del terreno, in una fase definibile di “arrostimento”, mentre nel secondo sono stati trovati resti di “roste”, ovvero di inferriate o transenne a forma di ventaglio, poste al di sopra di quella che doveva essere una porta principale che conduceva all’ingresso di questo edificio. Uno stabile circondato secondo studi geofisici del terreno da mura di cinta, finalizzato per l’appunto alla lavorazione del rame e degli altri metalli.

Gabriele Fogliata dell’Arca ha riassunto le varie tappe che hanno portato agli scavi in Valle del Mis, dalla scoperta del sito avvenuta nel 2000, fino al rinvenimento delle basi dell’edificio medievale tra il 2005 e il 2010, con i lavori che sono iniziati sei anni fa, dopo intensi studi geomagnetici e morfologici del terreno. La parola è poi passata a Chiara D’Incà, della Soprintendenza archeologica di Padova, la quale ha sottolineato due finalità emerse dai lavori a Pian de Le Loppe.

La prima è quella della ricerca storico-scientifica, poiché il sito «è ben conservato e deve essere riportato alla luce»; la seconda è legata alla sua valorizzazione. «L’obbiettivo – ha ribadito – è quello di mostrare il risultato al pubblico, creando un domani un percorso turistico che valorizzi appieno il sito», creandovi un’apposita tabellonistica.

Luca Rinaldi, uno dei responsabili degli scavi, ha spiegato che nell’edificio era presente anche una ruota idraulica per la lavorazione dei metalli, non ancora rinvenuta, soffermandosi su spiegazioni tecniche degli scavi, così come ha fatto Gilberto Artioli del dipartimento di geoscienze dell’università di Padova. «Sotto i piedi abbiamo un libro di storia che deve essere custodito e supportato», ha concluso il sindaco di Gosaldo Giocondo Dalle Feste, rivolgendo un appello affinché gli scavi non vengano abbandonati. Trovando sostengo in D’Incà, la quale ha ribadito l’adesione al mantenimento del sito, in un’ottica di sostenibilità per il turismo in Provincia. Concetto ripreso anche dal consigliere provinciale Ivan Minella, per «valorizzare le nostre origini».

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