Le Olimpiadi accendono Cortina: aumentano gli investitori stranieri
CORTINA. Cortina è sexy agli occhi degli investitori internazionali. Vecchi e nuovi, attratti dalla prospettiva olimpica ma votati ad un progetto a più lungo termine. Convinti da un potenziale fin qui inespresso, appena rinvigorito dall’assegnazione dell’evento a cinque cerchi dopo settant’anni trascorsi cullandosi su allori nel frattempo scoloriti.
È questo il quadro emerso al termine della giornata di incontro e confronto Winter Games, tenutasi all’ombra delle Tofane, concentrata attorno a due macro aree, ospitalità e sviluppo, ed un comune denominatore: la necessità di dover cambiare passo per garantirsi quella pioggia di milioni in grado di trasformare Cortina in destinazione di prima fascia a livello mondiale. Non solo d’inverno grazie allo sci ma tutto l’anno nel nome del buon vecchio piano di destagionalizzazione che rappresenta, oggi, una “piaga” per il turismo del Belpaese.
Qualcosa sta cambiando, tanto che Cortina è annoverata dagli esperti come la località alpina italiana sulla quale stanno convergendo le maggiori attenzioni da parte degli investitori internazionali. Nuova meta “place to be”, denominazione corroborata dai numeri: il 65% delle strutture ricettive situate a Cortina è oggi in mano a capitali stranieri. L’obiettivo, entro il 2026, è aumentare la forbice arrivando a toccare quota 75%. È il turismo del lusso quello che traina di più, in linea con la vocazione della destinazione.
Gli hotel di prima fascia, quelli per i quali servono anche mille euro per un pernottamento, sono tutti in mano ai grossi capitali stranieri, con la conduzione familiare interessa che quasi esclusivamente i tre stelle.
Tutto bene? Non proprio. La disamina parte da un altro dato. Cortina, oggi, garantisce al turista 4.800 posti letto, un quinto rispetto alla vicina val Gardena che di posti letto ne vanta 25mila oppure alla confinante val Badia che ne ha 15mila. Serve accelerare, ma come? Riqualificando gli alberghi dismessi, che sono una decina, rappresenta un primo passo peraltro già avviato ma per allinearsi ai competitor stranieri come Zermatt e Sainkt Moritz in Svizzera oppure Courchevel in Francia serve altro. Ad esempio meno intoppi di natura burocratica, altra tematica che da sempre attanaglia il Belpaese.
«Nello stesso arco di tempo con cui in Austria abbiamo avviato e completato sette progetti, in Italia stiamo ancora aspettando una risposta», ha sottolineato, visibilmente contrariato Otmar Michaeler, ceo del colosso altoatesino Falkensteiner che aspetta il via libera istituzionale per iniziare i lavori di realizzazione di un nuovo complesso ricettivo a cinque stelle proprio a Cortina nelle vicinanze del palaghiaccio.
«Sarà una struttura di ultima generazione, contenuta nelle dimensioni e caratterizzata da quattro mini complessi, tutti rispondenti alle principali normative ambientali. Le Olimpiadi non c’entrano niente con questo intervento, lo avevamo pensato già prima dei Mondiali di sci del 2021. Risale a cinque anni fa ma se non è stato ancora realizzato è solo per colpa dei tempi burocratici. Noi siamo pronti ad iniziare i lavori anche domani».
Michaeler ha reso noto un progetto di investimento innovativo. Interessa direttamente i clienti del colosso Falkensteiner che acquistando una quota pari a diecimila euro ne diventano soci. «In Germania questo prodotto innovativo concentrato nella fidelizzazione del cliente sta andando molto bene, ma prima di poterlo perseguire serve creare un brand molto forte», ha concluso Michaeler.
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