Le promesse di Dorfmann «Fondi entro fine legislatura»

L’europarlamentare garantisce che arriveranno i soldi per le aree alluvionate  A Caviola si è discusso anche di lupi e di riforma dell’autonomia a livello locale

FALCADE. L’Europa approverà il fondo da destinare alle aree colpite dalla tempesta Vaia a fine ottobre entro la fine della legislatura. Il danno è stato di circa 6 miliardi, di cui uno e mezzo in Veneto. L’ha assicurato l’europarlamentare Herbert Dorfmann, nell’incontro dei giorni scorsi, a Caviola, durante il quale ha confermato nuove direttive dell’Ue per il contenimento dei lupi ed ha sollecitato una riforma dell’autonomia che privilegi il livello locale, anziché regionale.

Numerosi i sindaci ed i politici presenti all’incontro con l’esponente del Ppe. In 17 anni di vita, il Fondo di Solidarietà è stato attivato 80 volte, a favore di 24 paesi europei, e sugli oltre 5 miliardi di euro erogati più di 2, 5 sono arrivati in Italia. «L’Italia, nei mesi scorsi, ha presentato il bilancio dei danni», ha spiegato Dorfmann, «la stima è di 6 miliardi di euro, ed include, oltre ai danni del Bellunese, del Trentino Alto Adige e del Veneto, anche quelli registrati in Centro Italia, in Liguria e in Sicilia. Il nostro obiettivo è di approvare l’attivazione del Fondo di Solidarietà Europeo entro la fine della legislatura e non ho dubbi sul fatto che la richiesta verrà approvata: intanto, è necessario procedere con le opere di pulizia e di ripristino, dato che il fondo permette di coprire anche le spese già sostenute al momento della sua erogazione, quindi con effetto retroattivo».

Quanto al lupo, l’europarlamentare ha informato che a marzo si voterà una risoluzione del parlamento europeo, «che ho elaborato in prima persona, per chiedere più flessibilità nella gestione», ha anticipato Dorfmann, «ma questa flessibilità dev’essere poi attuata dagli Stati membri: se alcuni stati, come l’Italia, l’Austria o la Germania non intervengono, il lavoro sarà inutile».

Infine l’autonomia. A ricostruire la battaglia autonomistica bellunese degli ultimi anni è stato Danilo Marmolada del Bard: «Ho l’impressione che ci sia molta confusione sull’autonomia», ha detto, Dorfmann, «il dibattito di questi giorni che coinvolge le regioni del nord Italia è un tema federalistico, più che autonomistico e spero che l’Italia vada verso un sistema più federale. Bisogna dare più competenze al territorio e le risorse per gestirle: troppo spesso l’autonomia viene concepita solo come gestione finanziaria ed economica, senza la responsabilità delle competenze».

Il disastro di fine ottobre ha dimostrato che c’è una grossa differenza di tempo e di rispondenza ai problemi tra una decisione presa a Belluno, a Venezia o a Roma: le politiche per la montagna devono essere disegnate e decise in montagna».

Dal consigliere provinciale Ivan Minella è arrivato l’appello all’Europa per «un’attenzione al sistema montagna, che da tempo chiediamo anche al Governo centrale. La Provincia dei sindaci è un problema: a maggio avremo oltre 30 comuni al voto, c’è il rischio di stravolgere il consiglio, l’Agordino sicuramente da maggio non avrà più un consigliere (vista l’annunciata non ricandidatura di Sisto Da Roit, consigliere provinciale e Sindaco di Agordo). Come “macchina” non siamo in grado di seguire tutte le competenze che potrebbero arrivarci: servono risorse e una rappresentatività diretta, un presidente e una giunta che possano occuparsi direttamente e solo di questo. La buona notizia emersa dall’assemblea è che nel 2020 quasi certamente si tornerà all’elettività diretta, e si potrà dare nuova vitalità agli enti». —

FDM

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