Le Province montane a Roma. «Con la specificità, dateci i soldi»

Grido di allarme dei presidenti di Belluno, Sondrio e Verbania nella sala di Montecitorio. «I costi da noi sono sproporzionati rispetto alla pianura. Non ce la facciamo a gestire strade e scuole»

ROMA. Maggiori risorse e strumenti organizzativi adeguati. Le Province montane vanno in pressing con la sponda dell’intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna.

Il solo riconoscimento della loro specificità nella legge Delrio di riordino degli enti intermedi non è più sufficiente. Così i presidenti delle province di Belluno, Sondrio e Verbano Cusio Ossola, hanno organizzato una “trasferta romana” per mettere in chiaro che la peculiarità del territorio interamente montano e transfrontaliero deve essere accompagnata da provvedimenti specifici e risorse che consentano di assolvere i nuovi compiti assegnati dalla riforma.

Nella sala stampa di Montecitorio Daniela Larese Filon, Luca Della Bitta e Stefano Costa hanno snocciolato cifre e richieste che non possono più attendere. Tre province diverse dalle altre, chiedono che sia adottato il modello metropolitano e che i tagli dei trasferimenti statali tengano conto di un territorio complicato in primo luogo per il sistema viario.

La competenza delle strade, alcune delle quali di collegamento con stati esteri, la principale difficoltà che con risorse limitate si trova ad affrontare. Sofferenza analoga anche per le scuole secondarie, altra competenza delle vecchie province, che rischiano di chiudere dal prossimo anno scolastico proprio a causa della mancata manutenzione.

«Se in pianura un’eventualità di questo genere comporta delle difficoltà», spiega Stefano Costa, «quando si chiude una scuola in montagna, è un dramma». La sua omologa bellunese Daniela Larese Filon, spiega che «i tagli fatti negli ultimi anni ci hanno costretto a ridimensionare tutta l’attività perché la manutenzione ordinaria di una strada di montagna costa tre volte di più».

Ci sono poi le attività di coordinamento e risorse aggiuntive per queste competenze cardine delle province, diventano un obiettivo fondamentale nella trattativa con lo Stato.

Il negoziato dovrebbe partire in poche settimane e riguarda il decreto enti locali (in vista dell’esame del Parlamento) che per tutti gli enti intermedi e Regioni a statuto ordinario, stanzia 110 milioni di euro e ulteriori 100 per la manutenzione delle strade.

Nella trasferta romana i tre presidenti hanno avuto un breve incontro con il governo e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gian Claudio Bressa ha confermato l’attenzione dell’esecutivo nella ripartizione delle risorse a favore delle province montane in sede di conversione del decreto.

La dotazione finanziaria sarà valutata nei prossimi giorni sulla base dei bilanci, ma per il presidente dell’intergruppo parlamentare Enrico Borghi, potrebbe essere sufficiente una ripartizione vicina ai 15 milioni di euro. In provincia di Belluno è arrivata la neve anche a maggio e questo spiega bene la peculiarità delle nostre zone. «Abbiamo assoluta necessità di risorse ulteriori, il contributo dello Stato non copre le spese», spiega ancora Daniela Larese Filon, «perché il Sose, (la società che per il ministero dell’Economia stabilisce i fabbisogni standard, ndr), non tiene conto dei costi di una provincia come la nostra, dove dobbiamo assicurare la manutenzione continua di 700 chilometri di strade di montagna».

Strade, scuole, sanità: si tratta di servizi essenziali per i cittadini che lo Stato non può abbandonare. La provincia di Belluno perde circa un migliaio di abitanti all’anno, senza risorse lo spopolamento sarà presto irreversibile.

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