Le rondini amano Belluno: ce n’erano 350

Un mese fa hanno migrato verso l’Africa. I volontari Enpa hanno ripulito le tavolette anti-guano
BELLUNO. Le rondini hanno lasciato le Dolomiti. La prima gelata di settembre le ha fatte migrare verso l’Africa, dove il clima è più mite e adeguato per questa specie. Con i nidi rimasti vuoti, i volontari dell’Enpa hanno potuto chiudere il progetto avviato l’anno scorso e che ha portato ad una maggiore tutela delle rondini. Sotto i portici del centro storico sono spariti (ormai quasi ovunque) i ferri che qualcuno aveva messo per evitare che le rondini costruissero il loro nido. La lamentela principale riguardava il guano degli uccelli, che sporcava le colonne e la pavimentazione, ma l’Enpa ha trovato una soluzione: ha posizionato sotto a tutti i nidi delle tavolette di legno, dove sono caduti gli escrementi. In questo modo è stato ovviato il disagio e le rondini hanno popolato la città.


«Abbiamo censito trentacinque nidi», spiega Cristiano Fant, volontario Enpa. «Considerando che le rondini covano due volte all’anno, possiamo dire che sono nati fra i 250 e i 300 piccoli». Ma se a loro si aggiungono mamme e papà, si può tranquillamente stimare che in città, quest’anno, si sono aggirate oltre 350 rondini. Hanno attirato l’attenzione dei bambini ma anche dei più grandi, e di sicuro dei turisti. «Oltre ad essere belle, le rondini sono anche molto utili», continua Fant. «Si cibano di insetti, ne mangiano anche duecento al giorno».


Con la partenza delle rondini, Fant e la moglie Shyllar Corzani, anche lei volontaria Enpa, domenica si sono messi all’opera per smontare le tavolette, pulirle e rimetterle al loro posto. Pronte per la primavera, quando le rondini torneranno a Belluno. «Questo progetto è partito l’anno scorso, dopo una serie di denunce che avevo fatto perché i nidi erano stati distrutti o riempiti di cartacce per evitare che le rondini vi deponessero le uova. Ricordo che la distruzione di un nido è un reato penale. Visto che le denunce non sono state sufficienti, ha cercato una soluzione a quello che sembrava essere il problema principale: il guano». Da qui l’idea delle tavolette. I volontari Enpa ne hanno installate una trentina. E hanno anche fatto un censimento, che dimostra che le rondini si trovano proprio a loro agio sotto i portici del centro storico.


La prossima sfida sarà trovare una soluzione per quei nidi costruiti vicini a colonne in marmo o pietra: «Non abbiamo potuto installare le tavolette bucando la superficie. Stiamo verificando la tenuta con delle colle o siliconi», conclude Fant. Che invita il Comune a concludere il percorso di nomina della città quale “Amica delle rondini”: «Porterebbe ad una delibera specifica di tutela della specie, sarebbe importante in una provincia come la nostra in cui il concetto di benessere animale è sconosciuto alla popolazione, ai volontari e a molti professionisti che lavorano sul campo».
(a.f.)


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