Le scuole di sci insorgono «Nemmeno un euro di ristoro»

FALCADE

«La situazione è delicata e rischiosa per la tenuta sociale ed economica delle nostre attività, fondamentali nella filiera turistica della montagna, dei nostri territori e delle genti che li popolano; non possiamo attendere ulteriormente, la misura è colma fino all’orlo. Abbiamo bisogno di misure urgenti e certe»: è l’appello di Riccardo Foppa, direttore Scuola sci Arabba, Igor Masarei della Scuola sci Dolomites Rèba, Fulvio Val della Scuola sci Equipe Falcade, Guido de Lazzer, Scuola sci Marmolada, Franco Zanolli Scuola sci Alleghe Coldai, Ruggero Vallaza Scuola sci Val Fiorentina, Christian Ciprian Scuola sci Funny Ski Civetta Zoldo, Gianni Nobile Scuola sci Civetta Zoldo.

«Dal 7 marzo 2020 abbiamo chiuso le nostre attività causa Covid senza mai più riaprirle. Durante il periodo autunnale, in sinergia con gli impianti di risalita, anche le nostre associazioni di categoria hanno previsto e approvato un vademecum di misure organizzative e gestionali per le scuole di sci e per tutelare la massima sicurezza dei nostri allievi, di cui si allega il documento», scrivono i direttori. «Dai primi giorni di dicembre è stato un continuo susseguirsi di notizie relative a riaperture impianti e le nostre scuole sci e i nostri maestri si sono preparati ad accogliere in sicurezza la clientela sostenendone i costi oltre a quelli fissi di gestione. Purtroppo la situazione legata all’andamento dei contagi e alla classificazione delle Regioni non ci hanno permesso l’apertura».

Ecco allora che cominciano a spuntare i ristori, i contributi, che diventeranno vitali per tutto il comparto montagna. «Le casse delle nostre attività hanno bisogno di immediata liquidità per poter sopravvivere. Peccato però che finora, non sia arrivato nemmeno un euro di questi ristori promessi. Abbiamo ormai passato due mesi di questa nuova stagione invernale e tutte le nostre scuole sci e i nostri maestri oltre ad essere sconsolati sono increduli sul susseguirsi di continue date per eventuali aperture degli impianti mai poi confermate. Se è vero che si debba convivere con questo virus, poste in atto tutte le misure di sicurezza necessarie, vogliamo tornare presto a lavorare, il prima possibile», insistono i direttori. —

FDM

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