Le stampanti 3D vedono la luce al Segato
BELLUNO. Il mondo dell’industria, si sa, è in continuo mutamento. Una delle più recenti e promettenti innovazioni è rappresentata sicuramente dalla stampante 3D, che permette la realizzazione di oggetti tridimensionali mediante produzione additiva, partendo da un modello 3D digitale. Questo strumento, oltre ad abbattere costi e tempi di produzione, risulta molto flessibile perché può essere usato in campo medico, domestico, alimentare, edilizio e spaziale. Sono questi alcuni dei motivi che hanno portato le classi quinte a indirizzo meccanico dell’Itis Segato di Belluno ad avviare, durante l’anno scolastico 2014/2015, un progetto finalizzato alla realizzazione di stampanti 3D. Ad aiutarli in questo percorso, giunto ormai alle fasi finali, il Gruppo giovani imprenditori di Confindustria Belluno Dolomiti ma anche alcune aziende del territorio, come Fretor, Meccanostampi e Piazza Rosa.
«Ancora nel 2014 ci sono state presentate le bozze di sei progetti per la creazione di stampanti 3D», ha spiegato Elena Pison presidente del Gruppo giovani imprenditori, «Abbiamo scelto i due più validi e oggi, finalmente, sono diventati realtà. Oltre a un sostegno economico – di circa 2800 euro – abbiamo cercato di aiutarli dal punto di vista tecnico, quindi consulenza e reperimento dei materiali. Siamo molto orgogliosi del risultato finale».
Una stampante, infatti, è già pronta e funzionante, mentre le altre due saranno ultimate a fine mese. «Le quinte di quest’anno hanno ereditato un progetto importante che permette di capire cosa si può realizzare quando si hanno le competenze giuste», ha affermato il preside della scuola Salvatore Russotto. «Ciò che conta è mettersi in gioco, ideare, essere flessibili, realizzare ciò che dà entusiasmo. In una parola buttarsi senza la paura di sbagliare».
Questo impegno ha permesso ai ragazzi di lavorare in gruppo, condividere idee diverse, risolvere problematiche inattese e apportare soluzioni. Partiti scoraggiati per la difficoltà del progetto, sono riusciti, alla fine, a produrre degli oggetti da soli senza alcuno aiuto da parte dei professori. Si innesta qui il legame tra scuola e impresa che dovrebbe essere fondamentale nella crescita degli adulti di domani. A sottolineare questo aspetto anche Juri De Col, rappresentante di Fretor: «Durante questo percorso i ragazzi hanno capito cosa significa iniziare un progetto, portarlo avanti e, piano piano, costruire qualcosa. Il grande sforzo compiuto è un esempio di quello che si troveranno ad affrontare una volta usciti da scuola ed entrati nel mondo del lavoro. Ma è stata anche un’esperienza che rappresenta un punto pubblicitario a un istituto che ha saputo stare al passo coi tempi».
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