Le start-up non decollano mancano le infrastrutture
BELLUNO. Il fenomeno delle start-up sembra non attecchire in provincia. Belluno, infatti, è il fanalino di coda in ambito regionale per quel che riguarda l’apertura di nuove imprese. A dirlo è il rapporto provinciale sulla demografia d’impresa nel terzo trimestre 2016, elaborato dalla Camera di Commercio di Treviso Belluno.
Le start up. Solo sette le imprese avviate nel 2016, due in più rispetto al 2015. Dati ben lontani dalla penultima in classifica, Rovigo, a quota 24. Il settore economico più interessato è quello dei servizi alle imprese (quattro nuove aziende); agricoltura, manifatturiero e commercio annoverano un’unità ciascuno.
Il presidente Pozza. «Il numero esiguo è dettato dal fatto che nel Bellunese ci sono meno condizioni favorevoli per queste iniziative», commenta Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio. «Di solito queste esperienze nascono attorno alle città, essendo collegate alle università. Altri fattori negativi sono l’assenza di incubatori per le aziende e il calo demografico». I giovani bellunesi preferiscono andare dove ci sono le condizioni per poter fare impresa e dove si fa formazione: «E la montagna da questo punto di vista non attira, perché non ci sono le condizioni basilari, a partire dai servizi, spesso assenti, basti pensare alla banda larga che manca in tante zone. Per superare questo gap, sto incontrando tutte le istituzioni locali per mettere in moto un circuito virtuoso in grado di far ripartire l’economia anche in montagna. Un’opportunità potrebbe venire dal progetto Industry 4.0. Se anche le piccole imprese potranno mettersi in rete, diventeranno vincenti».
L’esperienza di Castro. Anche Maurizio Castro (nuovo presidente del gruppo Quanta, ex direttore centrale del gruppo Electrolux-Zanussi, senior executive vicepresident della linea di prodotto components del gruppo Electrolux a livello globale, direttore generale dell’Inail, commissario straordinario del gruppo Acc, oltre che senatore nella XVI legislatura) si sintonizza sulla stessa lunghezza d’onda di Pozza. «Le start-up si sviluppano in due ambienti privilegiati. Da un lato c’è il territorio del post industrializzazione, dove le competenze tecnologiche create non si disperdono ma tendono a rigenerarsi con start up innovative come accaduto a Torino, Genova, Milano. Dall’altro lato ci sono realtà con un forte sviluppo territoriale tecnologico: qui le start-up sono figlie di collegamenti forti con le università».
Le possibilità di Belluno. Belluno si trova a metà strada di questi esempi, secondo Castro. «Questa provincia ha ancora una forte presenza di industrie tradizionali, come sono le occhialerie e la meccanica, ma dall’altro sconta anche la relativa distanza dalle università, che hanno la funzione di fertilizzare il territorio. Nonostante la vicinanza geografica, infatti, non è abbastanza intenso il rapporto nè con gli atenei di Trento nè di Padova». Per il commissario di Acc, «forse il tema vero è come portare la cultura industriale bellunese dentro un circuito che abbia rapporti stretti con le università. Abbiamo un’opportunità: l’accordo siglato con le nove università tramite il progetto Industry 4.0. Credo che questa sia un’occasione da cogliere per un territorio con una buona presenza di industria matura, base positiva per innescare la digitalizzazione».
Il polo del freddo. Castro rispolvera quindi il progetto del polo del freddo. «L’idea potrebbe essere quella di recuperare quel progetto, declinandolo all’interno di Industry 4.0, approfittando del fatto che l’ateneo di Padova aprirà il competence centre. Abbiamo davanti due imprese come la Wanbao Acc di proprietà cinese e la Procond passata alla De Longhi. Si tratta di società solide che, nonostante siano in una fase complessa della loro storia, possono essere foriere di novità. Per partire in questa scommessa ci vogliono le competenze e il Bellunese le ha. Si tratta di innervare queste competenze con quelle digitali. Quello che manca sono i fondi. La strada non è semplice, ma questa potrebbe essere la stagione giusta per rispolverare questo vecchio progetto».
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