«Le Terme hanno rifiutato di fare un piano di rientro»
COMELICO SUPERIORE. Non sono piaciute al sindaco Mario Zandonella, le dichiarazioni del nuovo amministratore della società "Terme delle Dolomiti". Giovanni Cavallin accusava l'amministrazione comunale di aver posto condizioni inaccettabili, rifiutando il piano di rilancio proposto dalle Cooperative che gestiscono la struttura. «Non è mia intenzione entrare in polemica con Cavallin», esordisce il sindaco Zandonella, «voglio solo puntualizzare alcuni fatti incontrovertibili. Per quanto ci riguarda, non c'è nessun annoso contenzioso con la società delle Terme. Tutto quello che potevamo fare per facilitare l'esercizio dell'attività nel rispetto del contratto, l'abbiamo fatto. Oltre due anni fa il Comune ha sottoscritto un atto transattivo per effetto del quale è stata trasferita alla società la titolarità della concessione mineraria. In tale contesto la società si era impegnata a ritirare il vecchio ricorso pendente al Tar; ad oggi non ci risulta lo abbia fatto. Purtroppo la società delle Terme ha maturato un debito nei confronti del Comune per canoni scaduti e non pagati di circa 170.000 euro. Una esposizione altissima», continua il sindaco, «che ha obbligato l'amministrazione alla costituzione in mora delle Terme delle Dolomiti. E' vero che nel mese di luglio è pervenuta una proposta da parte della società per risolvere i problemi esistenti e poter sviluppare la propria attività. Ma, come abbiamo risposto ai proponenti, le condizioni poste risultavano assolutamente irricevibili per l'amministrazione. In particolare la revisione del canone appare impossibile, stante l'attuale contratto che a suo tempo fu oggetto di una gara pubblica, nè si ritiene di poter autorizzare la cessione del ramo di azienda con la creazione di un nuovo interlocutore, così privando la società Terme delle Dolomiti, vincolata agli obblighi contrattuali, dell'attività produttiva. E proprio l'aspetto del vincolo contrattuale che pare essere trascurato da Cavallin. Il contratto a suo tempo stipulato ha valore di legge tra le parti. Il gravissimo inadempimento connesso al mancato pagamento dei canoni per oltre 170.000 euro pone il Comune nella condizione di dover richiedere la risoluzione del contratto. Per questo lo scorso due agosto abbiamo formalizzato tale richiesta alla società Terme delle Dolomiti, intimando il termine di 60 giorni che scadrà ai primi di ottobre per la riconsegna dell'azienda».
Ma c'è ancora un margine per la trattativa? «Consapevoli delle difficolta economiche in cui versa la società, avevamo proposto un piano di rientro del debito in cinque anni, salvo garanzia fidejussoria. Questo avrebbe consentito alla società di dilazionare l'importo dovuto, salvaguardando però le istanze del Comune che, non dobbiamo dimenticarlo, gestisce denaro pubblico. Putroppo la risposta della società è stata negativa, ma ci sarebbe ancora il tempo per giungere all'accordo. Adriano Zandonella, già presidente della società, ha investito risorse personali e impegno quotidiano nella struttura consentendole di operare per lungo tempo, ha dato le dimissioni, non condividendo la linea del consiglio di amministrazione. E' un segno», conclude Mario Zandonella, «delle difficoltà della società, ma anche del contrasto che emerge, in relazione al comportamento da adottare per risolvere i problemi esistenti».
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