Le tracce poco visibili della Grande guerra: una mappa per riscoprirle

LA PUBBICAZIONE
Grazie a una mappa realizzata dal museo Algudnei di Comelico Superiore, gli appassionati di storia moderna possono ritrovare le tracce ancora visibili dei combattimenti della prima guerra mondiale che si svolsero tra il Col Quaternà e il Col Rosson dalla parte del Comelico e la Pusteria allora austriaca. La cartina è stata realizzata in lingua italiana e tedesca. Ancora molte le tracce che sono state riscoperte grazie all’uso delle tecnologie GPS e che permettono di leggere i segni del conflitto e di ricostruire i percorsi, le trincee, i posizionamenti delle baracche, degli osservatori e delle postazioni delle armi. La mappa riporta anche le quote e i tracciati da seguire. Molti di questi segni sono stati riscoperti grazie ai progetti, ai disegni e ai resoconti esistenti negli archivi di guerra italiani e austriaci. Grazie a ciò sono numerosi gli escursionisti d’Oltralpe che arrivano sui luoghi delle battaglie alla ricerca di testimonianze. La cartina cura in modo particolare il Col Rosson, dove esisteva un importantissimo caposaldo dell’artiglieria italiana . Grazie al terreno fatto di roccia rossa friabile, le tracce delle strutture, delle trincee, dei camminamenti e delle caverne, seppur danneggiate dal secolo trascorso, sul Col Rosson sono nuovamente visibili. Grazie alla tecnologia GPS è stato possibile ricostrure virtualmente la visione del fronte dove sono morti migliaia di soldati. Passo Monte Croce, all’inizio del conflitto, era la sella dove passava la linea di confine italo-austriaca. E, nei suoi dintorni, alcune montagne (il Quaternà, il Col Rosson, il Rotek o monte Rosso e il monte Covolo) divennero presto famosi non per merito della loro bellezza ma per i tragici combattimento che si svolsero sulle loro pendici e sulle cime. La cartina, realizzata con molta precisione dal museo Algudnei di Dosoledo, si può trovare in tutti gli uffici turistici di Comelico Superiore. —
V.D.
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