Le tre vittime: l’insegnante, il falegname, la promessa del ciclismo
BELLUNO. Maudi De March insegnava lettere alle scuole medie di Puos D’Alpago ed era volontario del Soccorso Alpino da diversi anni. Il padre morì proprio nella notte di San Lorenzo. «Serio, preciso, puntuale, sempre disponibile con i suoi alunni». Una collega di Maudi De March, anche lei insegnante alle scuole medie di Puos, lo ricorda così, e aggiunge anche un aneddoto: «I suoi genitori lo avevano chiamato così perché era un insieme dei loro nomi, Maurizio e Dina. Era il loro primo figlio, frutto del loro amore».
Andrea Zanon, volontario della stazione dell’Alpago da circa sette anni, faceva il falegname e lavorava in proprio. In passato era stato il portiere della Fulgor Farra. I colleghi del Cnsas lo ricordano come una persona attenta, scrupolosa, serissimo nell’affrontare la montagna. Anche per questo motivo Cecchin aveva chiesto aiuto a lui e a De March per prepararsi ai selettivi e durissimi esami per diventare volontario.
David Cecchin, laureato da poco, era stato una promessa del ciclismo, raccogliendo diverse risultati a livello giovanile. Ha vestito la maglia del Bettini fino alla categoria Under 23, poi ha smesso di gareggiare a livello agonistico, ma è rimasto nell'ambiente del ciclismo ed era molto attivo nel dare una mano nell'organizzazione delle gare bellunesi. Cecchin lavorava per una ditta dell'Alpago. Oltre al papà Fulvio, che gli aveva trasmesso la passione per il ciclismo, David lascia la mamma Rita e il fratello Matteo, di qualche anno più giovane. Nessuno dei tre era sposato.
Grande la sofferenza per il Soccorso Alpino bellunese, ancora una volta duramente colpito, dopo gli incidenti del Pelmo e di Rio Gere. Sulle cause dell’incidente dovranno indagare i carabinieri della stazione di Vigo di Cadore, coordinati dal comando di Cortina. Gli accertamenti verranno svolti nella giornata di oggi. È scossa il sindaco di Chies d'Alpago, Loredana Barattin. Conosceva i tre soccorritori, in particolare i due ragazzi che vivevano nel suo comune, e ieri sera è andata a trovare le famiglie. Ad avvertirla della tragedia è stato il capo della stazione dell'Alpago del Soccorso alpino. «Erano due ragazzi che correvano sempre, per gli altri, ed erano molto attivi nelle manifestazioni legate alla montagna», ricorda.
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