Le verdure del Cadore conquistano l’Unicomm
CADORE. Piccoli agricoltori crescono. Anche in Cadore. Matteo De Coppi chiude infatti la stagione (ancora rimane da raccogliere un po' di radicchio rosso tardivo) con la soddisfazione di avercela fatta. Ha cercato la collaborazione con un grosso distributore, per far conoscere ed apprezzare i suoi prodotti, e dopo un anno può dire di aver vinto la scommessa. I suoi cappucci, zucchine, bieta ed anche il minestrone, a marchio “Prodotti di Matteo dal Centro Cadore”, ormai sono conosciuti in tutto il Veneto ed anche in Emilia e Friuli. Grazie al gruppo Unicomm di Dueville (Vicenza), guidato dal patron Marcello Cestaro ed a cui fanno capo le catene alimentari Famila, A&O, Emisfero, Cash&Carry. «Un rapporto iniziato un anno fa», spiega De Coppi, «con i nostri ortaggi di quarta gamma, ovvero un prodotto tagliato, lavato e pronto all'uso così come lo si acquista in negozio. Nel giro di 24 ore, 48 al massimo, dal campo alla tavola. Una bella soddisfazione». I cappucci vengono raccolti al mattino, tagliati alle 8; partono col camion alle 12 ed il giorno dopo alle 7 del mattino sono in negozio. E così Matteo è riuscito anche a raddoppiare il personale. «Prima eravamo in quattro, adesso siamo in otto, soprattutto per poter garantire la quarta gamma, un prodotto sempre più apprezzato dal consumatore che compra e mette in tavola verdure fresche e genuine, solo da condire». Ci tiene, Matteo, a sottolineare che i suoi sono prodotti del Cadore e che tutto viene lavato e preparato con acqua delle sorgenti delle Dolomiti. Un valore aggiunto che ancora si fa fatica a pubblicizzare adeguatamente (perché le campagne pubblicitarie costano), ma che evidentemente il pubblico percepisce se è vero, come confermano dalla Unicomm, che i prodotti di Matteo vanno a ruba. Lui continua anche con una sua distribuzione, dalla Val Boite a Cortina, dal Comelico a Forni di Sopra; ma il grosso del prodotto va verso la grande distribuzione. Ha iniziato a coltivare nel 2006 e nei 12 ettari di terreno che gestisce a Lozzo, Vigo, Pelos e Domegge mette a coltura frumento, mais, radicchio tardivo, zucchine, fagiolini, insalate, cavolfiori, cavoli cappucci, finocchi, porri, prezzemolo, sedano. «Quest'anno ho lasciato anche alcuni campi incolti per far riposare i terreni. A marzo si riparte a seminare, cominciando dal frumento. E speriamo di essere fortunati come quest'anno, che abbiamo avuto un bel tempo caldo, l'ideale per le colture». Per quanto riguarda il frumento, l'estensione del raccolto consente a Matteo di far fare anche altri prodotti artigianali col suo nome: i biscotti e il pane, in collaborazione con i panifici Da Forno a Pozzale e De Meio di Lozzo. Insomma traguardi importanti per chi ha deciso di produrre ortaggi di qualità in montagna, a mille metri, tra Lozzo, Vigo e Domegge di Cadore. «Terre particolarmente produttive», sottolinea De Coppi, «anche senza concimazioni particolari, sia perché per più di 50 anni non sono state coltivate, sia perché il clima alpino consente un unico raccolto all'anno. L'ambiente poi è salutare e privo di inquinamento e i trattamenti con i fitosanitari sono meno invasivi, perché il freddo debella i vari insetti. Di certo abbiamo qualche problema in più, visto che i campi sono di minore estensione, le lavorazioni più problematiche per la disposizione dei terreni e fatte quasi tutte a mano, quindi i costi salgono. E' chiaro che si fa più fatica che in pianura. Eppure, con la passione e la determinazione, i risultati vengono».
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