Lei denuncia la scomparsa, ma lui è in carcere per stupro
BELLUNO. Va in questura per denunciare la scomparsa dell’ex convivente e scopre che è in carcere a Bolzano: è infatti uno dei quattro kosovari accusati dello stupro di una 27enne nigeriana avvenuto a Nova Levante, nei giorni scorsi.
La donna si è presentata in questura di Belluno mercoledì mattina raccontando che erano ormai diversi giorni che non aveva più notizie dell’ex convivente, un kosovaro di circa 35 anni che abita ancora in città. La donna ha riferito di non aver avuto più sue notizie e dunque aveva intenzione di presentare denuncia di scomparsa, essendo molto preoccupata per la sua sorte.
Del kosovaro effettivamente non c’era più traccia da alcuni giorni, e oltre alla ex compagna, non avevano più ricevuto notizie anche i suoi genitori, altrettanto preoccupati.
La questura ha quindi effettuato i primi accertamenti e ha scoperto che l’uomo in realtà era finito in carcere, non da tanto tempo: ad arrestarlo, i colleghi poliziotti di Bolzano che stava indagando su un episodio terribile.
Cioè lo stupro di gruppo di una ragazza nigeriana di 27 anni ad opera di quattro operai edili che si trovavano in Alto Adige.
La terribile vicenda si è consumata tra mercoledì 2 e giovedì tre maggio, di notte, tra Bolzano e Nova Levante: la ragazza nigeriana di 27 anni, che a volte è costretta a prostituirsi lungo le strade del Bolzanino in Lombardia sarebbe stata avvicinata da un kosovaro in via Innsbruck e portata in una abitazione di Nova Levante. Qui c’erano altri tre connazionali che l’hanno praticamente sequestrata e che hanno abusato di lei per delle ore.
Tra i quattro cittadini kosovari, di età compresa tra 25 e 40 anni, anche il 35enne “bellunese”: i quattro erano impiegati come operai edili in una ditta che sta eseguendo dei lavori in subappalto nella zona di Nova Levante.
Devono rispondere di tre gravissimi reati come il sequestro di persona, quello di violenza sessuale di gruppo e anche quello di rapina (per essersi impossessati del telefonino della loro vittima) e rischiano fino a 16 anni di reclusione. (cri.co.)
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