L’elisoccorso volerà anche di notte

Il direttore generale Vielmo: «Un’iniziativa che rientra nell’ambito dell’area vasta»
BELLUNO. Tutto pronto per l’avvio della sperimentazione di sette mesi del volo notturno che partirà per la prima volta domani. Il servizio servirà non solo la provincia di Belluno, ma anche quella di Treviso, per un totale di cinque aziende sanitarie (Belluno, Feltre, Treviso, Asolo, Pieve di Soligo) nell’ottica del principio dell’area vasta. L’elicottero per il volo notturno avrà la sua base all’aeroporto di Belluno, posizione strategica per raggiungere le altre zone della provincia montana; i due piloti saranno messi a disposizione dalla società Elidolomiti.

 «Dopo tante richieste la Regione Veneto ha avviato la sperimentazione che riguarderà due province, nell’ottica di un intervento di area vasta. Un servizio di emergenza che rappresenta, per un territorio come il nostro, il cardine di una sanità efficiente che si pone sulla strada della messa in comune delle specializzazioni da parte degli ospedali del territorio», ha detto il direttore generale dell’Usl n. 1, Alberto Vielmo, che ha aggiunto: «L’ospedale del futuro è quello senza letti e il volo notturno rappresenta una proiezione moderna del futuro della sanità vicina al cittadino».

 Presenti ieri alla presentazione anche i direttori generali delle altre Usl. «Sono felice», ha detto Angelo Lino Del Favero dell’Usl n. 7 di Pieve di Soligo, «perchè continua l’esperienza del 1998. Come direttore dell’Usl n. 7, il volo notturno rappresenta l’inizio del potenziamento del servizio all’interno di una grande rete all’avanguardia, che servirà un milione di abitanti».

 «Il termine area vasta spaventa», ha detto Bortolo Simoni direttore generale dell’Usl n. 2, «ma è una scelta strategica necessaria per non rimanere isolati e per giungere a fare economia, pur non rinunciando all’efficacia dell’intervento». Soddisfatto anche il direttore generale dell’Usl n. 9 di Treviso, Claudio Dario. «Lo spirito dell’area vasta è quella di mettere insieme risorse e capacità per il bene dei cittadini. Ogni azienda sanitaria sarà capofila delle iniziative in cui può mettere a frutto le proprie eccellenze per convogliare così risorse. L’area vasta, infatti, porterà al contenimento della spesa, ma anche al potenziamento dei servizi e all’ottimizzazione dei finanziamenti».

 Per l’Usl n. 8 di Asolo era presente Moreno Agostini, primario anestesista di Montebelluna, che ha sottolineato l’importanza di fare squadra per «fare una buona medicina». La maggiore soddisfazione è stata espressa dal primario del Suem, Angelo Costola, che si è battuto per anni per ottenere questo risultato, che potrà avere un seguito soltanto se ci saranno i finanziamenti, come ha sottolineato l’assessore regionale Oscar De Bona: «Questa sperimentazione è il frutto di un lavoro corale, che avrà futuro soltanto se la Regione avrà i fondi, cosa molto difficile visto che i bilanci sono stati congelati per colpa delle Regioni che presentano grandi buchi in sanità».

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