«L’emendamento non è ammissibile». La rabbia di Perenzin per il destino dell'Usl 2

Il documento presentato dai sindaci non arriva al voto. Critiche a Gidoni: «Paranoiche le nostre richieste? È indecoroso»

FELTRE. Bocciato, o peggio dichiarato inammissibile per una parolina fuori posto o un punto e virgola mancato, l'ultimo emendamento trasmesso in Regione dal territorio bellunese compatto. Nel quale, tramite i sindaci di Belluno e Feltre, si richiedeva almeno di poter avere un distretto rispettivo e autonomo con un vicedirettore generale al quale affidare responsabilità sociale, sanitaria, amministrativa, organizzativa e contabile. E si chiedeva di poter riconoscere ai sindaci, massime autorità sanitarie locali, la facoltà di intervenire nelle scelte strategiche degli ospedali, a tutela e protezione dei rispettivi cittadini.

Liquidata in fretta, dunque, e senza tante giustificazioni (che forse hanno a che fare più con la forma espositiva che con la sostanza), l'ultima carta in difesa della montagna. Il presidente della conferenza dei sindaci dell'Usl 2, Paolo Perenzin, non trattiene lo sdegno nei confronti dei due bellunesi che ci rappresentano in Regione, Giampaolo Bottacin assessore e Franco Gidoni. «Se c'era qualche virgoletta fuori posto nell'emendamento, Bottacin avrebbe anche potuto suggerirlo all'estensore Sinigaglia prima che il documento venisse giudicato inammissibile».

Quanto poi a Franco Gidoni, per Paolo Perenzin l'intervento «è stato indecoroso, le istanze della popolazione bellunese compatta sono state giudicate paranoiche. Ha sbattuto la porta in faccia alle richieste che vengono dalla montagna, congiuntamente, contraddicendo clamorosamente quanto aveva dichiarato un anno fa a Feltre. Aveva detto che solo a fronte di un'unitarietà di intenti, lui avrebbe perorato la causa della sanità di montagna. Non solo ci ha votato contro, votando peraltro a favore delle deroghe concesse a Bassano e al Veneto orientale. Ma non ha considerato neppure la richiesta della terza via, quella di considerare l'autonomia dei distretti di Feltre e Belluno».

Sull'assessore Bottacin, il presidente Perenzin mette in dubbio se sia realmente «persona informata sui dati e sui fatti. Bottacin dichiara pubblicamente che le richieste per il nostro territorio sono finalizzate all'acquisizione di careghe in più. Ma dobbiamo ricordarglielo noi che i distretti hanno già un rispettivo direttore che percepisce uno stipendio quasi pari a quello di un direttore generale?. Non si trattava dunque di duplicare una figura ma di attribuirgli funzioni ampliate e l'interazione con la direzione strategica dell'Usl unica. E di riconoscere ai sindaci, che sono i primi referenti per la popolazione, di esercitare un propositivo controllo sulle figure preposte e sui servizi resi».

Si dichiarano federalisti e poi invece accampano il «centralismo più bieco», conclude Perenzin. «Lo stanno dimostrando in maniera sempre più marcata e in questa maniera, stoppando istanze ragionevoli a garanzia del diritto alla salute, tradiscono la paura che hanno del territorio».

Gli unici a spezzare una lancia e difendere l'autonomia dell'Usl in consiglio sono stati i consiglieri regionali tosiani Giovanna Negro, Andrea Bassi, Maurizio Conte e Stefano Casali, oltre a Ruzzante e Sinigaglia del Pd. Ad essi giunge il ringraziamento dei sindaci feltrini.

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