Lentiai: «Nessuna censura su Bella ciao»
Il sindaco Vello smorza una polemica «nata per un semplice malinteso»
Un momento della cerimonia
LENTIAI.
"Bella ciao" divide Lentiai. Nella cerimonia organizzata ieri dall'Amministrazione non era previsto che la banda comunale suonasse la canzone simbolo della Resistenza partigiana, ed è scoppiata la polemica. Attori da una parte il Blitz di Belluno, che si è recato in massa a Lentiai per «rivendicare il valore della Resistenza, che ogni anno si cerca di svuotare di senso», spiega Lorenzo Bogo; dall'altra il sindaco, che replica: «Bella Ciao qui non si è mai suonata, e le istituzioni devono essere super partes». La questione nasce qualche giorno fa, quando alle orecchie di Bogo e di altri ragazzi giunge la notizia che «il sindaco avrebbe vietato alla banda di suonare Bella Ciao», spiega Bogo, «così siamo andati a Lentiai e abbiamo cantato, insieme ai partigiani, all'Anpi, alla Fiom e a tanti cittadini». I ragazzi hanno voluto «dare un segnale che non accettiamo una revisione della storia su questo punto. Sembra che molti politici non vogliano mandare giù il fatto che la Resistenza è elemento fondante della nostra democrazia, la vogliono svuotare di significato, renderla retorica. Invece noi crediamo si debba essere grati del percorso che è stato fatto dai partigiani, allora, gente che ha fatto una scelta. I morti non sono tutti uguali».
Il sindaco Armando Vello, però, si difende: «Perchè non sono venuti da me a chiedere che si suonasse questa canzone?», si domanda, «E' stato chiesto alla banda di farlo, questa me l'ha riferito e allora ho chiesto di suonarla. A quel punto la banda, non avendo provato il brano, ha detto che non avrebbe potuto eseguirlo oggi (ieri per chi legge)». In pratica, sostiene il sindaco, c'è stata un'incomprensione, una mancanza di comunicazione: «Sono un uomo aperto di vedute, avremmo potuto ragionare insieme su questa richiesta. Il cerimoniale, in giornate come questa, viene stabilito dalle istituzioni, non è che ognuno possa fare quello che vuole».
A chi gli chiede poi se non aver suonato Bella Ciao sia «svuotare la Resistenza di significato», Vello ribatte: «Significa che non hanno ascoltato il mio discorso. Ho detto che questa è una ricorrenza importante, che ci ha permesso di vivere la vita che oggi viviamo». Chi diede la vita per questi traguardi «va ricordato e onorato, lavorando affinchè non si ripeta in futuro un percorso così articolato, complesso e doloroso». Lo stesso percorso che Vello, da sindaco, guarda "super partes", «perchè le istituzioni devono essere sopra tutto», confessa successivamente.
«Non dimentichiamo il percorso e i traguardi raggiunti», ha concluso il sindaco dal microfono, dopo aver citato Napolitano nel suo "ci si può ritrovare, senza riaprire le ferite del passato, nel rispetto di tutte le vittime e nell'omaggio alla liberazione dal nazifascismo [...]", «ma leghiamoci in un'unica direzione, che è la pace e il rispetto della dignità nostra e di ogni popolo, vicino e lontano».
Alla fine il coro ha intonato la canzone; e il sindaco ha smorzato i toni della polemica: «Non è detto che nel 2012 non si canti Bella Ciao».
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