L’esercito dei volontari al “San Paolo”
Decine di persone hanno raggiunto Cavallino per la messa in sicurezza e il riordino del villaggio della diocesi

CAVALLINO-TREPORTI. Al Villaggio San Paolo di Cavallino-Treporti quello di ieri è stato il giorno degli interventi più urgenti. È stato soprattutto il giorno della conta dei danni, dopo l’incredibile ondata di maltempo che giovedì pomeriggio si è abbattuta su tutto il litorale veneziano e, in particolare, sulla zona dove ha sede il villaggio balneare gestito dall’Opera diocesana di assistenza religiosa di Belluno e Feltre.

La conta dei danni, dunque. Centinaia di alberi abbattuti dal vento e dalla pioggia, almeno due edifici danneggiati significativamente dalla caduta delle piante. Tetti da riparare e rendere nuovamente impermeabili prima di una nuova possibile precipitazione. Ombrelloni, lettini, sedie sdraio gettati ovunque, dalla spiaggia al marciapiede. E, ancora, verande da riparare, strade da ripulire, edifici da rendere nuovamente accessibili.

Nessun ferito, almeno al villaggio San Paolo, ma tanta paura per i villeggianti. In alcune case è mancata la luce, altre sono state parzialmente allagate. Qualcuno ha deciso di interrompere la vacanza con qualche giorno d’anticipo.
La catena di solidarietà si è attivata fin da subito. E non poteva essere diversamente, dal momento che proprio sulla condivisione e l’aiuto dei più deboli si fonda il villaggio gestito dall’Odar, particolarmente attento all’accoglienza delle persone disabili. Ieri mattina sono arrivati a Cavallino numerosi volontari, a partire dalla protezione civile di Belluno che, assieme ai volontari già presenti nel villaggio e ai dipendenti (giunti anche dalle altre strutture gestite dalla diocesi) hanno risolto i problemi più urgenti.
«L’emergenza è rientrata», fa sapere il direttore dell’Odar, il bellunese Paolo Santesso, «anche perché abbiamo avuto la fortuna di ricevere un grandissimo contributo da parte dei volontari, sia di quelli del nostro villaggio che da parte di coloro che ci hanno raggiunto da fuori, e in particolare dalla squadra della protezione civile di Belluno. Ma, naturalmente, abbiamo mosso anche le nostre squadre interne, chiamando a Cavallino, ad esempio, quelli che abitualmente si trovano nella villa Gregoriana di Auronzo. Per prima cosa, abbiamo messo in sicurezza il parco e verificata la situazione della pineta, dove gli alberi sono caduti in prossimità degli alloggi. Per fortuna i danni sono stati meno gravi che da altre parti, anche per via delle caratteristiche del suolo del villaggio. In ogni caso, soltanto al San Paolo, sono cadute centinaia di piante».
Danni si sono registrati anche alle abitazioni. «Alcune coperture sono state rimosse», continua Santesso, «stiamo effettuando delle ispezioni sui tetti e valutando la tempistica e le modalità più adatte per ripristinare l’impermeabilità delle abitazioni. Ci stiamo mettendo tutte le nostre forze. Un dato positivo, naturalmente, è che non ci siano state persone ferite. Positivo è poi il fatto che avessimo fatto un grande intervento di manutenzione invernale dell’alberatura, che ci ha permesso di ridurre di molto il problema».
In questi giorni il villaggio presenta il tutto esaurito, dal momento che ci si trova in altissima stagione. Sono 1.100 gli ospiti e di questi almeno la metà sono bellunesi. «Abbiamo offerto agli ospiti del villaggio la possibilità di trasferirsi in una struttura gemella, il Regina mundi, di proprietà della diocesi di Vicenza, ma gestita da noi da ormai qualche anno. Che mi risulti, una famiglia ha fatto ricorso a questa opzione, mentre le altre hanno potuto rimanere nei loro alloggi».
La devastazione ha prodotto danni significativi, anche a livello economico. «In questo momento ancora non sappiamo l’entità del danno in termini economici», precisa il direttore dell’Odar, «però è sicuro che i tetti dei fabbricati che sono stati danneggiati rappresentano un problema piuttosto importante».
Ora tutti si chiedono che tempi ci saranno per riportare alla normalità il villaggio. «La maggior parte del villaggio tornerà a essere in ordine nel giro di un paio di giorni. Sui fabbricati più danneggiati, invece, dobbiamo prima capire quale strategia adottare. Principalmente registriamo un edificio danneggiato e un altro con danni minori».
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