Lesioni in via Roma Bogo e Reolon assolti in Appello
BELLUNO. Assolti perché il fatto non sussiste. Sono bastati pochi minuti di camera di consiglio ai giudici della Corte d’Appello di Venezia per decidere il destino di Lorenzo Bogo e Valentina Reolon, i due giovani attivisti della Casa dei Beni Comuni condannati per lesioni in primo grado, nel novembre del 2014. Bogo e Reolon erano stati condannati a due anni, 40 mila euro di danni e 3.420 euro di spese legali per il pestaggio di un uomo, Claudio Mazzaro, avvenuto una notte di dicembre del 2011.
Quella sera in centro a Belluno c’era festa, musica nei locali, tanta gente in giro e discrete quantità d’alcol. Gli imputati e la vittima parte civile, si incontrarono in un locale, dove nacque una discussione accesa dopo che Mazzaro aveva fatto il saluto romano. Qualche ora dopo l’uomo si ritrovò in via Roma con una gamba rotta e nove giorni dopo denunciò Bogo e Reolon affermano di essere stato preso a calci e pugni dai due ragazzi con tale violenza da spezzargli tibia e malleolo con una prognosi di 60 giorni.
I due ragazzi hanno sempre sostenuto di essere totalmente estranei al pestaggio e di non aver più visto Mazzaro dopo la lite al bar. Anche a causa del ritardo con il quale fu presentata la denuncia, non fu possibile visionare le registrazioni delle telecamere presenti in centro, immagini ormai cancellate da giorni e non vi è mai stata nessuna prova contro Bogo e Reolon, ma Mazzaro li ha identificati, indicandoli con fermezza.
Da qui la condanna, ma il giorno dopo la sentenza c’è stata una svolta importante: un altro giovane si è presentato dai carabinieri confessando di essere il vero responsabile delle lesioni a Mazzaro e di non aver parlato prima perché sperava che gli imputati venissero assolti e di passarla liscia. Il ragazzo ha spiegato di aver litigato con Mazzaro fino a dargli uno spintone (cioè non l’avrebbe preso a calci e pugni) che lo ha fatto cadere e rompere la gamba.
La procura di Belluno non ha mai creduto a questa versione e il ragazzo è stato accusato di autocalunnia.
Ieri pomeriggio gli avvocati di Bogo e Reolon, Nicola Canestrini e Gino Sperandio, hanno ricostruito tutta la vicenda con una discussione molto approfondita che è proseguita per circa tre ore, ma alla fine i giudici della Corte d’Appello hanno deciso per l’assoluzione molto rapidamente.
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