Lettera anonima a un magistrato la procura indaga

Il mittente potrebbe essere un imputato o un indagato intanto lo scritto è finito a Trento dove si trattano i casi che riguardano le toghe

BELLUNO. Pm starebbe per «Piccola merdaccia». Neanche il cinematografico ragionier Ugo Fantozzi si era mai sentito apostrofare in questa maniera. Nemmeno un brivido sulla schiena del pubblico ministero Simone Marcon, che giovedì mattina si è visto piovere sulla scrivania dell’ufficio una lettera anonima. Una busta regolarmente affrancata con un bollo e con l’indirizzo scritto alla tastiera di un computer. Manca il mittente, naturalmente, ma chiunque abbia scritto le nove righe su un foglietto bianco non ha un grande spirito di osservazione.

Sostenere che il magistrato della Procura della Repubblica di Belluno abbia la pancetta in fuori è un falso clamoroso. Ma può anche darsi che questa persona l’abbia visto nell’aula del tribunale con la toga addosso e la sua sia soltanto un’ipotesi. Tutta da verificare. Dopo un premio immaginario, una serie di ingiurie e una sommaria descrizione fisica, anche un paio di domande: «Che nullità di essere sei? Che sfoga le frustrazioni col lavoro che ti dà un po’ di effimero potere?».

Lo scritto è passato sul tavolo del procuratore Paolo Luca, che ha interessato i colleghi di Trento, la sede in cui abitualmente si discute dei procedimenti, che vedono coinvolti dei magistrati. Da capire se possano esserci delle ipotesi di reato, nel frattempo si indaga su chi potrebbe aver spedito la lettera. Marcon è un pubblico ministero togato, che di solito indaga su reati contro soggetti deboli: dai maltrattamenti in famiglia, alle violenze sessuali. Ma è sua anche l’indagine sul caso Erostrato, quello che per mesi ha scosso Cesiomaggiore e dintorni e ha visto la richiesta di rinvio a giudizio per Nemesio e Samuele Aquini. Padre e figlio.

Chi ha spedito la lettera può essere il protagonista di un processo o di un’indagine. —

G.S.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi