L’Europa: regolare il salvataggio di Acc
MEL. Il Tribunale della Corte di Giustizia dell'Unione Europea del Lussemburgo respinge il ricorso promosso da Secop Gmbh. La società tedesca che ha rilevato le attività dell'ex Acc Austria si era mossa per annullare la garanzia prestata dall'Italia - attraverso il ministero dell'Economia - al pool degli istituti di credito che nel dicembre 2013 avevano erogato ad Acc Italia (stabilimento di Mel e uffici di Pordenone) i finanziamenti indispensabili alla continuità dell'attività industriale propedeutica al positivo esito della cessione mediante asta internazionale.
A darne notizie è il commissario straordinario, Maurizio Castro, che commenta entusiasta il risultato europeo. «Si tratta di un risultato importante, che ribadisce la piena legittimità della condotta del Governo italiano nel supportare, nell'ambito della procedura di amministrazione straordinaria, il salvataggio dello stabilimento di Mel. L'intervento delle banche fu ottenuto a conclusione di un serrato negoziato, conclusosi con un'intesa di metodo raggiunta al Mise a seguito del forte interessamento della Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia e del decisivo intervento-ponte della finanziaria regionale Veneto Sviluppo».
«Ancora una volta», precisa Castro, «si registra una sentenza internazionale che respinge le pretese di Secop, dopo quella del Tribunale tedesco di Mannheim che ha dato ragione ad Acc Italia in materia di contenzioso sui brevetti».
Il commissario poi sottolinea: «Continua l'impegno dell'amministrazione straordinaria per vedere riconosciute le ragioni di Mel, ritenuta vittima di gravi condotte di concorrenza sleale e di turbativa d'asta da parte di Secop: proseguono, infatti, le verifiche giudiziarie su tali situazioni, sia a livello penale presso la Procura di Pordenone, sia a livello civile presso il Tribunale di Trieste».
La società tedesca Secop Gmbh aveva presentato ricorso nel 2014 al tribunale della Corte di giustizia d’Europa, evidenziando la violazione dell’articolo 107 e 108 sugli aiuti di Stato, vietati secondo il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (Tfue). Il tribunale su questi punti ha sentenziato che il giudice dell’Unione europea non può sostituire la propria valutazione economica a quella della Commissione, che ha dato l’ok agli aiuti del governo italiano all’Acc di Mel in virtù della compatibilità di tale aiuto con il mercato interno. Al giudice della Ue, in poche parole, spetta verificare l’osservanza della Commissione delle norme di procedura e di motivazione, non certo entrare in questioni economiche.
Inoltre, il tribunale della Corte di giustizia europea entra anche nella vicenda dei brevetti che la Secop Gmbh contestava essere rimasti all’Acc Italia dopo la vendita dei due rami produttivi avvenuta nell’aprile 2013. Il giudice evidenzia come “Acc Compressor e Acc Austria facevano parte inizialmente di una sola e medesima impresa, in due siti diversi, ma sotto la medesima direzione economica, tanto che, al momento della cessione delle attività produttive di Acc Austria, divenuta effettiva l’11 dicembre 2013, il volume di tale impresa era notevolmente ridotto; Acc compressor, invece, utilizzava ancora i brevetti “controversi” per fabbricare compressori e per produrre”. Insomma non c'erano i presupposti per accogliere i tre punti presentati nel ricorso da parte dei tedeschi. Alla fine la Secop Gmbh è stata condannata al pagamento delle spese.
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