«L’ex caserma di Santo Stefano per il nuovo distretto»

È la proposta che il sindaco Buzzo farà al Demanio in occasione della ricognizione sulle “Aree Interne”

SANTO STEFANO. Il Comune di Santo Stefano tornerà alla carica con l'Agenzia del Demanio per entrare in possesso della caserma Carlo Calbo, che per tanti anni ha ospitato gli alpini. Il sindaco Alessandra Buzzo ed i suoi collaboratori vorrebbero trasformarla in una specie di “cittadella della salute”, dove aprire il nuovo distretto sanitario, ampliato nei servizi rispetto all'attuale, e dove attivare anche centri per i giovani e per le famiglie di anziani e disabili che hanno la necessità per qualche giorno alla settimana di rigenerarsi, trovando appunto alternative di accoglienza. Il 1° dicembre il sindaco Buzzo parteciperà, a Roma, ad una ricognizione sui programmi in atto nelle "Aree interne", quelle più disagiate, ma anche più reattive, del nostro Paese.

Alla giornata prenderà parte, tra gli altri, anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, De Vincenti.

In gennaio arriveranno in Comelico i tecnici che provvedono all'implementazione di questi programmi, per decidere sulle priorità del Comelico, dove Roma investirà, in partenza, 3 milioni e mezzo. I settori privilegiati sono quelli del bene-essere, ossia dello star bene, quindi della salute, dello sviluppo e della mobilità. I servizi sanitari rappresentano quindi una priorità. Roma ha dato il benestare al programma individuato dal Comelico di ampliare questi servizi, portando ambulatori nuovi all'interno del distretto sanitario, di cui è previsto un ampliamento. Ecco perché Alessandra Buzzo sta facendo pressing per disporre della ex caserma.

«A suo tempo il Comune l'ha richiesta, ma da Roma ci hanno detto che era in vendita per 2 milioni di euro. Soldi che ovviamente non avevamo», racconta il sindaco, «nel frattempo l'edificio è andato in deperimento e oggi abbisognerebbe comunque di interventi di manutenzione straordinaria. Vogliamo verificare se, questa volta, ce lo passano gratuitamente». Gli alpini, per la verità, continuano ad utilizzarla per qualche loro raduno e, in queste circostanze, provvedono a pulirla dalle sterpaglie e a liberarla dai segni dell'abbandono. Va avanti, intanto, il programma delle Aree interne. Il prossimo anno sarà quello decisivo per decidere i cantieri ed avviarli. Tutte le opere previste dovranno concludersi entro il 2023. Per quanto riguarda lo sviluppo, le proposte presentate insistono parecchio sul turismo, e in particolare sull'impiantistica dello sci, da Comelico Superiore a Sappada. A Roma, però, preferiscono progetti innovativi, alternativi a quelli tradizionali; puntano molto sul turismo naturalistico. Obiettano che, per quanto riguarda la neve, il circo bianco è saturo e che alle basse altitudini non è saggio investire. Sarà, in ogni caso, nella verifica che i dirigenti delle Aree Interne faranno a gennaio che i sindaci dei Comuni del Comelico e di Sappada condivideranno le soluzioni più praticabili. A mezza strada fra il turismo e la salute c'è anche il recupero delle terme di Comelico Superiore, obiettivo che pare essere stato condiviso dai vertici nazionali del Progetto. Dopo l'incontro del 1° dicembre, il sindaco Buzzo, nella sua veste di presidente dell'Unione Montana, cercherà di perfezionare un nuovo dossier delle priorità programmatiche da poter sottoporre agli ispettori in gennaio. Nel prossimo appuntamento a Roma saranno analizzati progetti in atto in Italia per capire come meglio muoversi in futuro.

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