L’ex caserma Piave diventa laboratorio di creatività urbana
BELLUNO. Progettazione partecipata, creatività giovanile e condivisione degli spazi comuni. Sono queste le linee guida che costituiscono le fondamenta su cui è stato pensato e scritto il progetto “Ex caserma Piave - laboratorio di creatività urbana” presentato ieri alla cittadinanza. Il progetto, di cui è capofila palazzo Rosso e che è risultato tra i 14 finanziati dal Fondo per le politiche giovanili tramite l’avviso pubblico Giovani RiGenerAzioni Creative dell’Anci, ha ottenuto un finanziamento di 200 mila euro sui 253.164,55 complessivi. Con questi soldi, quindi, si potrà dare il via ai progetti.
Quattro le azioni da realizzare da qui al 28 febbraio 2018. Di queste, due sono in capo all’associazione Casa dei beni comuni, una all’amministrazione comunale e l’altra a Slow Machine. Il progetto prevede che l’ex caserma, vale a dire uno spazio di 32 mila metri quadrati siti in via Vittorio Veneto, che dal 2013 è stato messo a disposizione delle associazioni che lo stanno rimettendo a posto con soldi propri, dovrà diventare un incubatore di iniziative ideate, organizzate e fruite in particolare da giovani under 35, fondate sulla creatività e sulla partecipazione. Il sito, da una aggregazione di soggetti e servizi eterogenei come è ora (vi sono al suo interno 13 associazioni: Casa dei Beni Comuni, Tib teatro, Bim Gsp spa, Gruppo Radioamatori Valbelluna, Radioclub Belluno Nore, SlowMachine, Asd Smers Autodifesa, Gruppo ‘90 Polpet, Cooperativa Scout San Giorgio, Gruppo Scout Agesci Belluno 3, Asd Scherma Dolomiti, Associazione Dafne, Ipbc Insieme per il bene comune), dovrà diventare un luogo vissuto e condiviso, funzionale alle realtà già presenti e alla cittadinanza, ma dovrà anche riuscire a creare nuove opportunità di formazione e lavoro per i ragazzi e stimolare nuove forme di integrazione di soggetti in situazioni di fragilità, trasformando l’attuale barriera in uno spazio di richiamo e illustrazione del processo di rigenerazione stessa in atto.
Tutto questo avverrà tramite quattro azioni, appunto. La prima riguarda la sistemazione dell’area di accesso all’ex caserma e sarà curata dal Comune che ha già iniziato asfaltando la strada di ingresso, sistemando muretti, recinzioni, cancelli e garitte grazie all’intervento degli studenti delle scuole superiori del Catullo e del Segato in alternanza scuola-lavoro. L’idea è di dare vita a un esperimento di pittura condivisa su asfalto, rendendo più gradevoli alcuni spazi e a un percorso pedonale corredato di elementi di invito alla conoscenza dell’area.
Le altre due azioni che saranno gestite dalla Casa dei beni comuni prevedono la costituzione di un’assemblea di gestione partecipata da tutti gli assegnatari degli spazi all’interno dell’ex caserma e l’organizzazione di eventi collettivi aperti a tutta la cittadinanza. Da dicembre 2016 ad oggi cinque sono stati gli incontri dell’assemblea gestionale all’interno dell’edificio n. 7 della caserma, che diventerà un centro servizi per coordinare e supportare i soggetti che vi operano. L’altra azione prevede l’attivazione di un laboratorio permanente di ricerca e sviluppo grafico e di stampa serigrafica e calcografica, dove produrre materiale di artigianato artistico dentro un hangar dell’ex caserma. Questo piano dovrà diventare, quindi, un’occasione per care lavoro agli under 35ennei.
L’ultima azione è stata ideata da Slow Machine e coinvolgerà giovani, fasce deboli, inoccupati, migranti e professionisti under 35 del settore creativo. Avrà lo scopo di creare un percorso laboratoriale per produrre un’opera multilinguaggio (teatrale, filmico o documentaristico) sull’idea e identità dei luoghi. Alla fine si dovrà creare un gruppo stabile all’interno dell’hangar 11.
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