L’ex elementare diventa centro di aggregazione

BELLUNO. L’ex scuola elementare di Modolo diventerà un centro di aggregazione sociale e istituzionale. Ad occuparsene è la Comunità montana di Belluno-Ponte nelle Alpi, a cui palazzo Rosso ha dato in...

BELLUNO. L’ex scuola elementare di Modolo diventerà un centro di aggregazione sociale e istituzionale. Ad occuparsene è la Comunità montana di Belluno-Ponte nelle Alpi, a cui palazzo Rosso ha dato in comodato d’uso per 99 anni la struttura. L’amministrazione comunale ha già pronto il progetto, quello che mancano sono i fondi per sistemare la scuola, 600 metri quadrati sviluppati su due piani e un sottotetto abitabile, patrimonio storico del capoluogo.

«Come Comunità montana stiamo mettendo in sicurezza e in protezione l’immobile per permettere l’esecuzione delle opere. Per prima cosa stiamo spostando il materiale contenuto all’interno, che è stato depositato negli anni dalle associazioni locali. Materiale che siamo intenzionati a tenere custodito all’interno di container che abbiamo chiesto alla Provincia», spiega Orlando Dal Farra, presidente della Cm.

L’edificio, che da oltre 20 anni non è più utilizzato come scuola, è stato sede di seggio elettorale e poi magazzino. «Il punto di maggiore criticità è la copertura, per sistemare la quale servono 250 mila euro. Somma che dobbiamo recuperare. Per questo esamineremo varie ipotesi di contributi, con soggetti pubblici come le Fondazioni ma anche con i progetti Gal», precisa Dal Farra, che si dice ottimista sul fatto di riuscire a reperire le risorse necessarie.

«La cosa importante è che i progetti siano già pronti, con l’ok della Soprintendenza. Ricordiamo che la scuola di Modolo è uno degli 11 edifici scolastici realizzati dal sindaco Zanon dal 1906 al 1913 e che vinse all’epoca il primo premio alla mostra di architettura di Dresda. Si tratta di una struttura che ha più di 100 anni, ma che ha ancora una sua funzionalità importante».

Per Dal Farra, infatti, gli spazi interni molto ampi potranno essere utilizzati al massimo «e con una piccola paretina si potranno ricavare delle aree per attività educative, professionali, aggregative. Il grosso problema resta l’impiantistica da rifare completamente».

Per sistemare l’intero edificio serviranno quasi un milione di euro, ma si ragionerà a stralci. Il primo potrebbe partire già il prossimo anno, una volta reperiti i fondi. (p.d.a.)

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