L’ex poligono è diventato regno di writers e degrado

La struttura di Crostolin ad Agordo è ora piena di scritte e cassette di birra e alcolici. Gli unici ricordi del passato sono i tabelloni crivellati di colpi e i fogli dei bersagli

AGORDO. Non è facile per il poligono di tiro di Crostolin accettare di essere diventato bersaglio dell'indifferenza e dell'inciviltà. L'indifferenza delle istituzioni per la storia di una comunità e l'inciviltà di chi, di quella stessa comunità, è inconsapevole di fare parte. Tale accettazione non è forse facile per nessuno che, prima di arrivare all'altezza della pizzeria, lungo la strada che da Agordo porta a La Valle, svolti a destra su una viottola sterrata. Venti-trenta metri: una sbarra verde e gli alberi che si stanno infittendo invitano a non proseguire, ma è invece bene andare oltre, per verificare come una struttura nata alla metà dell'800 e rimasta fino ai primi anni 90 luogo di attività per la sezione di Agordo del Tiro a segno nazionale, il più antico sodalizio sportivo della città, sia ormai in stato di degrado, ma non di abbandono.

Che qualcuno ci bivacchi con una certa frequenza è infatti evidente intanto dai disegni e dalle scritte che campeggiano sulle pareti esterne; poi dalle cassette piene di bottiglie vuote di birra o superalcolici sistemate sul retro dell'edificio assieme ad altri rifiuti e a oggetti di vario tipo (armadi, inferriate, intelaiature metalliche) che un tempo dovevano probabilmente far parte dell'arredo del poligono. Sei gradini ed eccoti dentro la realtà, presente e passata. Da quel soppalco, che guarda verso i prati ancora intatti di Veran, gli appassionati agordini e non sparavano fino a 300 metri. Si esercitavano i militari di stanza nella caserma di Agordo e i cacciatori. Si divertivano coloro che magari facevano la spola con la vicina osteria “al Bersaglio”.

E oggi? La risposta arriva non appena ti volti a destra e vedi due divani disposti a L. Un piccolo salotto con tanto di tavolino dove qualcuno ha dimenticato l'accendino con cui ha acceso l'ultima cicca. Il mozzicone è un po' più in là. A sinistra, invece, nell'angolo c'è un pallone da basket; più al centro un palo di ferro appoggiato a dei mattoni e una pedana in legno. La funzione di tutto questo sfugge. Quello che, invece, non può sfuggire è la scelta dello stile riservato agli intonaci. I cosiddetti “writers” non devono aver chiesto autorizzazioni alla soprintendenza (avessero fatto così anche con l'occhiale di Luxottica forse sarebbe andata liscia) per scaricare una valanga di bombolette spray di molteplici colori sulle pareti, sui divani, sul pavimento, sulle colonne. Su tutto, in lungo e in largo, quasi nell'intento di riempire ogni vuoto. Anche il loro.

Altri sei gradini, in giù stavolta, e arrivi nel prato. Prosegui lungo il lieve pendio e a un tratto ti volti. L'ex poligono di tiro di Crostolin di proprietà del Demanio ti appare in tutta la sua originalità. Il corpo centrale con tetto a spiovente e le due torrette laterali fanno pensare a una mano austriaca. La struttura è infatti stata realizzata a metà dell'800 anche se, come dimostra il confronto con alcune foto d'epoca, è stata successivamente oggetto di ristrutturazioni intervenute in particolare sulle coperture sia della parte centrale che delle torrette. Entrare in una di queste ultime, quella di destra, ti lascia di sasso. Se la scaletta a chiocciola in legno che porta al primo piano ti affascina e ti invita a salire, il mucchio di macerie rende arduo raggiungerla. Quando ci riesci lo scricchiolìo che provoca il piede appoggiato sul primo gradino ti fa desistere. E allora non ti resta che guardare i vecchi tabelloni crivellati e i fogli bianchi e neri del bersaglio strappati. Nella torretta di sinistra, a confronto, regna l'ordine, ma la scala non c'è. O forse non c'è più. Ci sono invece i fogli (ancora bianchi) dei punteggi che si usavano in occasione del trofeo “Luigi Favretti”. Si può andar via. Di gare non se ne disputano più, la sezione di Agordo è stata incorporata in quella di Belluno, il poligono è adibito ad altri scopi.

GUARDA LA FOTOGALLERY

DELL’EX POLIGONO DI AGORDO

su www.corrierealpi.it

Argomenti:poligonodegrado

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi