L’ex primario Cetera è tornato in libertà
PIEVE DI CADORE. Carlo Cetera, l’ex primario di ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Pieve di Cadore, è tornato in libertà da una decina di giorni. Il 18 giugno scorso il sostituto procuratore della Repubblica di Belluno ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari, un paio di giorni prima della scadenza “naturale” dei sei mesi. Il motivo: sono venute meno le esigenze di custodia cautelare per le quali il gip Giorgio Cozzarini aveva relegato Cetera agli arresti domiciliari, nella sua abitazione di via Policastro a Padova. Non c’è più pericolo, infatti, di inquinamento delle prove né di reiterazione del reato (in virtù del licenziamento deciso dall’Usl1 di Belluno nel febbraio scorso).
Nel frattempo l’inchiesta su Cetera è in dirittura d’arrivo. Potrebbe essere una questione di giorni, se non di poche settimane, la notifica all’indagato (difeso dagli avvocati Emanuele Fragasso e Massimo Moretti) dell’atto di chiusura delle indagini da parte della procura della Repubblica di Belluno.
Com’è noto, il caso Cetera è scoppiato il 19 dicembre scorso, quando il noto primario dell’ospedale di Pieve venne arrestato: secondo l'accusa, l’indagato chiedeva tangenti alle pazienti in attesa di sottoporsi a trattamenti di procreazione assistita per bypassare la lista d'attesa ufficiale.
Gli uomini della Guardia di Finanza, coordinati dal sostituto procuratore Antonio Bianco, hanno ascoltato decine di coppie che hanno avuto a che fare col primario e che sono state costrette a pagare tangenti (che variavano a seconda del reddito della coppia) per poter “scalare” la lista d'attesa. Diverse coppie si sono presentate spontaneamente alla Finanza per raccontare il proprio caso, altre sono state contattate nel corso delle indagini dalle stesse Fiamme Gialle.
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