L’ex sindaco di fronte al collegio «Ho sbagliato ma sono innocente»

Franceschi rilascia dichiarazioni spontanee in aula ma lascia Venezia prima della sentenza «Una premessa: in teoria amministratori e funzionari sono figure distinte, nella pratica non è così»
VENEZIA. È stato il primo ad arrivare in aula, pronto a mettersi a nudo di fronte ai giudici spiegando le sue ragioni e il suo stato d’animo. Ma alla lettura del dispositivo non era presente: a dargli la notizia dello sconto di pena, che gli fa risparmiare 2 anni e 9 mesi rispetto alla sentenza del tribunale di Belluno, è il suo avvocato. Neppure a lui, però, affida un commento a caldo. Meglio aspettare qualche ora, rifletterci.


Quello che aveva da dire, l’ex sindaco l’ha riferito ai giudici veneziani nel corso dell’udienza. Partendo da una premessa: «Se da un lato la teoria ci dice che nella pubblica amministrazione ci sono amministratori eletti e funzionari, che sono figure distinte e distanti, nella realtà la mia esperienza è che i ruoli si sovrappongono» spiega Franceschi al termine delle repliche dei difensori, poco prima che i giudici si chiudano in camera di consiglio per decidere del suo futuro. Parole pronunciate a pochi metri di distanza da Emilia Tosi, che contro di lui si è costituita parte civile e alla quale l’avvocato di Franceschi, Antonio Prade, ha addebitato la volontà di «fare politica». «Potrei fare centinaia di esempi, cose banali» continua l’ex sindaco di Cortina, che dal suo comune è stato “esiliato” per 505 giorni in seguito ad un divieto di dimora, «è una premessa fondamentale per capire perché ci siamo occupati di rifiuti e autovelox. Nel 2010 nessuno se ne stava occupando, né la funzionaria Tosi né nessun altro».


Rifiuti e autovelox, due parole che sono diventate il leit-motiv di questo processo. Nel primo caso, che riguarda l’imputazione per turbativa d’asta, l’accusa si concentra su un bando per la raccolta di rifiuti nel comune di Cortina che al suo interno contiene un appalto per il controllo e l’informazione sul servizio. Un bando al quale ha partecipato Sartori. Secondo il tribunale di Belluno, nelle 22 pagine di motivazioni lette dal collegio giudicante nel 2016 direttamente in aula, era provato che esistesse «un accordo tra il sindaco e Sartori in merito all’attribuzione dell’incarico relativo al bando di raccolta rifiuti. A tale accordo era partecipe anche Pompanin. Gli imputati posero in essere delle condotte pacificamente ascrivibili nell’ambito di veri e propri accordi sorretti dalla volontà di adempiere l’indebita promessa di favorire Sartori, aspirante concorrente nella gara, con lo scopo di preparare un bando che fosse ritagliato a misura del singolo Sartori».


«Non ho mai fatto un accordo con Sartori» ha spiegato il sindaco Franceschi ai giudici veneziani, «a settembre ci siamo resi conto che Sartori era interessato alla vittoria ma io non ho mai dato nessun tipo di riscontro né ho mai fatto pressioni su Selleri o sulla Tosi».


Il sindaco è entrato anche nello specifico della questione autovelox, che rappresenta il fulcro del capo di imputazione per minacce a pubblico ufficiale. «Mi sono occupato di quel tema perché la gente mi faceva notare anomalie nei controlli» spiega ancora l’ex sindaco, «mi rendo conto che quel messaggio, visto così, possa risultare duro e diretto ma questo è frutto del rapporto che ho con Salvato. Siamo coetanei, ci conoscevamo da tempo. Quel messaggio va letto quel contesto». Un «rapporto confidenziale» dovuto ad una pregressa conoscenza. «Ovviamente non sta a me dire se quella fu o meno una minaccia» continua Franceschi, «ma mi sento di portare un elemento in più: a pochi mesi di distanza non ricordare una minaccia mi fa riflettere».


Franceschi si è anche lasciato andare, di fronte al collegio giudicante, a considerazioni personali. «So di avere un carattere spigoloso e che questo non ha aiutato» aggiunge, «ho fatto, come tutti delle scelte sbagliate. Ma beato chi non sbaglia mai. Mi sono impegnato con correttezza e non mi sono mai adoperato, con la mia carica, per avere vantaggi di natura economica o a livello personale. Mi dichiaro innocente rispetto ad entrambe le accuse, che sottintendono che avrei avuto dei vantaggi a livello elettorale».
(v.v.)


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