«L’hashish? Solo fumo, niente spaccio»
E la madre confessa al giudice: «Lo consumavo con mio figlio»
20060713 - ROMA - CRO - +++ DROGA: RADDOPPIATI CONSUMATORI CANNABIS E COCAINA +++ TRIPLICATO USO ALLUCINOGENI E STIMOLANTI, CALA EROINA Una foto di archivio di una ragazza che fuma dell' 'erba'. Dal 2001 al 2005, gli italiani che hanno fatto uso di cannabis sono pressoche' raddoppiati (da 2 a 3,8 milioni), come pure i consumatori di cocaina (da 350 mila a 700 mila). Triplicato l'uso di allucinogeni e stimolanti, diminuisce invece quello di eroina. La stima, ottenuta mediante uno studio campionario, e' contenuta nella Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, presentata stamani. ARCHIVIO ANSA/DEF
BELLUNO.
«L’hashish? Ne facevo uso perché ero depressa. Qualche volta lo davo a mio figlio e ce lo fumavamo assieme. Ma non l’abbiamo mai spacciato». Si è difesa così davanti al gip Aldo Giancotti, la 44enne pontalpina, Daniela N., accusata di aver fatto parte, con il figlio ed altri quattro giovani, di un gruppo che smerciava hashish in tutta la provincia, “al ritmo” di due chili al mese.
Negli interrogatori di garanzia i sei indagati dell’operazione “Break Dance” hanno tutti risposto alle domande fatte dal gip. Hanno tutti negato di aver spacciato droga per lucrare, hanno spiegato il significato di alcune frasi equivoche intercettate e, semmai, hanno ammesso qualche cessione gratuita. Ma solo per il cosiddetto “uso di gruppo”. L’inchiesta “Break Dance” è arrivata, dunque, in tribunale per gli interrogatori di garanzia. La linea difensiva è chiara: l’hashish era solo per uso personale. Magari massiccio, come nel caso della 44enne pontalpina, definita dagli investigatori la vera “anima” del gruppo, e già arrestata a fine maggio con un panetto di hashish.
La donna, che con il figlio è assistita dall’avvocato Francesco Mazzoccoli, si è difesa davanti al gip Giancotti sostenendo di aver fatto uso di hashish per tentare di uscire dalla depressione. Qualche volta l’avrebbe ceduta al figlio ed assieme ne avrebbero fatto uso. Ma non per lucrare. Dai conti bancari di madre e figlio non sarebbero emersi movimenti di denaro tali da giustificare un’attività di spaccio.
Anche il figlio, Stefano T., 19 anni, ha negato di aver mai spacciato hashish. Semmai qualche cessione per uso di gruppo. Il giovane è stato tirato in ballo da alcuni suoi coetanei, ex compagni di classe, oltre che da intercettazioni equivoche. Pure lui ha detto di aver fatto uso massiccio di droga. I tre stranieri E.B.M., 22 anni, J.S.E., 28, C.Y., 28, e Stefano C., 27 anni, tutti residenti a Feltre, difesi dagli avvocati Pierluigi Cesa e Roberta Resenterra, hanno cercato di chiarire la propria posizione negando di aver mai spacciato droga e spiegando il contenuto di alcune conversazioni telefoniche che, a loro dire, sarebbero state equivocate dai carabinieri. Tutte versioni di parte che ora dovranno essere valutate dal pubblico ministero e dal gip Giancotti.
Il giudice, infatti, ha inviato al sostituto procuratore che si occupa del caso la trascrizione degli interrogatori per avere un parere. I difensori hanno già chiesto la scarcerazione dei loro assistiti o, in alternativa, una misura cautelare meno afflittiva della cella. La decisione spetta al giudice delle indagini preliminari Giancotti che si è preso qualche giorno di tempo per decidere.
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