L’hotel Tre Croci è sotto sequestro conservativo

L’ha ottenuto una padovana che acquistò una multiproprietà e che da anni non riesce ad usufruire del bene di cui ha diritto

CORTINA. Hotel Tre Croci sotto sequestro conservativo. Lo ha ottenuto una signora di Padova che aveva acquistato una multiproprietà nello storico complesso alberghiero situato sull’omonimo e panoramico passo, lungo la strada che collega Cortina d’Ampezzo e Misurina. Un hotel che è stato valutato tra i 6,8 e gli 8 milioni di euro. Il sequestro a concorrenza del bene di proprietà della signora (25 mila euro di valore) è stato reclamato dai suoi difensori (l’avvocato Andrea Frank e la collega Silvia Rossaro del foro di Padova) e concesso dal tribunale civile seconda sezione di Treviso (giudice istruttore Bruno Casciarri) e poi “ratificato” dal giudice tavolare di Belluno, Sergio Trentanovi con annotazione del libro fondiario (l’Ampezzano ha in uso il sistema tavolare sui beni immobili, eredità dei territori un tempo di dominazione austriaca).

Il sequestro. La signora è solo una tra i cinquanta acquirenti in multiproprietà dell’hotel e ora potrebbero arrivare altri ricorsi dopo il sequestro conservativo chiesto e ottenuto nell’ambito di una causa civile avviata contro la società Cortina Tre Croci srl, gestore dell’hotel e oggi in liquidazione (la sede della srl è a Treviso in via Postioma, da qui la competenza del tribunale trevigiano). E se la causa civile di merito sarà vinta, il sequestro potrà essere convertito in pignoramento. La conseguenza? I legali della padovana potranno mettere all’asta la struttura per incassare quanto verrà riconosciuto alla cliente. La vicenda è complessa tira in ballo anche una società pordenonese.

La storia. Nel 1992 la signora padovana subentra a una precedente proprietaria nella titolarità di una serie di contratti che concedono in godimento nell’hotel, dal 10 marzo al 31 marzo di ogni anno, due mini-appartamenti con 5 posti letto dietro corresponsione di una tariffa che copre solo i costi del vitto. Nel 2002 l’albergo chiude. Senza alcuna giustificazione, si legge nel ricorso dei legali Frank e Rossaro. Già perché la società Tre Croci spa, con un capitale sociale di 2.040.000 euro, comunica la necessità di lavori di manutenzione. Apre il cantiere, viene tinteggiato l’edificio esterno e, neppure un mese più tardi, quell’intervento di manutenzione è congelato. Nel frattempo ai multiproprietari arrivano periodicamente notazioni societarie che chiedono la partecipazione a un piccolo aumento del capitale sociale. Salvo poi comunicare una più consistente riduzione dello stesso. Fino a quando alla signora padovana non arriva più nulla. Lei preoccupa. E a ragione: scopre che la società Cortina Tre Croci si trasforma da spa a srl. Non solo. La società è posta in liquidazione volontaria, con un capitale sociale che scende a 20 mila euro in seguito a un atto del 19 settembre 2011 redatto dal notaio Pertegato di Pordenone. Liquidatore risulta Pietro Perissinotto Codognato, già sindaco e presidente del collegio sindacale della Achille Fadalti Costruzioni spa. Quest’ultima è titolare del 97% della Cortina Tre Croci srl (una quota di 19.556,74 euro del capitale sociale). Sorpresa: con deliberazione dell’assemblea dei soci dell’1 giugno 2011, pure Fadalti Costruzioni viene sciolta e messa in liquidazione. E, con provvedimento del tribunale di Pordenone del 19 luglio dello stesso anno, viene ammessa alla procedura di concordato preventivo. Ma c’è ben di più che fa temere il peggio all signora: il “bene” comprato rischia di sfuggirle dalle mani.

Multiproprietà a rischio. «Dal 2002 a oggi è in corso una politica di depauperamento del patrimonio della nostra assistita» hanno scritto i legali Frank e Rossaro nel ricorso. Punto di vista condiviso dai giudici trevigiani: «...l’albergo è gravato per 8.248.205 euro da quattro ipoteche a garanzia di crediti erogati da banche e da un’ipoteca giudiziale per un decreto ingiuntivo di 12 mila euro...», scrivono, «Il decorso del tempo aggrava il rischio di insolvenza di Cortina Tre Croci srl per i rilevanti costi annui. Costi che vanno ad appesantire il passivo di 250 mila euro all’anno... Ciò rende concreto il rischio che la ricorrente (la signora padovana) non possa trovare soddisfazione del suo credito per l’insufficienza del patrimonio della Tre Croci srl e per la pervicace volontà di quest’ultima di non voler adempiere all’obbligazione risarcitoria».

Ecco giustificato il sequestro dell’albergo.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi