Liberati gli otto occupanti del rifugio Fedaia

Dopo un mese il personale è riuscito a scendere a valle, ma la struttura ha dovuto chiudere

ROCCA PIETORE. Finalmente liberi. Purtroppo per loro anche di cercarsi un’altra occupazione. Dopo un mese esatto in ostaggio della neve e delle valanghe, il titolare e i sette dipendenti del rifugio Fedaia, sull’omonimo passo, ieri sono finalmente riusciti a scendere a valle. Ma nessuna voglia di festeggiare, come chiarisce il tono delle parole di Giorgio Da Pian, gestore del rifugio: «Venerdì pomeriggio gli uomini di Veneto Strade, dopo un mese, sono riusciti ad aprire un varco fino alla cima del passo. Scendere a quell’ora non era però consigliabile: per questo abbiamo deciso di scendere solo oggi (ieri, ndr). Purtroppo è stato un addio. Eravamo rimasti senza la linea telefonica fissa già a fine gennaio, da giovedì era saltata anche l’acqua e dal primo pomeriggio (di ieri, ndr) ha ripreso a nevicare con intensità: non ho potuto far altro che licenziare i miei sette dipendenti stagionali e scendere anch’io a valle. Per quanto riguarda il rifugio Fedaia, invece, la stagione invernale si è già conclusa: impossibile solo pensare di riaprire in queste condizioni».

Nevicate nel pomeriggio di ieri anche a Livinallongo, dove pur in assenza di nuove slavine si continua a monitorare la strada che sale al Campolongo. Il cedimento dei paravalanghe a bordo carreggiata (nonostante il personale di Veneto Strade abbia provveduto venerdì a rimuovere gli ammassi nevosi più instabili), infatti, continua a mantenere alto il pericolo di nuovi distacchi. Restano sotto osservazione anche alcune fessurazioni sulla strada del Pordoi.

Disagi sui passi. Il ritorno della neve ha subito causato disagi alla viabilità, ieri pomeriggio, sul Falzarego e sul Val Parola. I vigili del fuoco di Cortina sono dovuti intervenire sul Falzarego per trainare alcuni veicoli in difficoltà, mentre il Val Parola è stato chiuso, verso le 16.30, per consentire agli uomini di Veneto Strade di rimuovere alcuni veicoli (sprovvisti di catene) finiti di traverso sulla sede stradale, creando notevoli rallentamenti al traffico. Su tutti i passi dolomitici sopra i 1200 metri è stato istituito già dal pomeriggio di ieri l’obbligo di catene. (ma.ce.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi