Licenziamento alla Piave Maitex la Cisl solidale con Cgil e Filctem

Il segretario aggiunto Roffaré richiama tutti al principio di democrazia sociale «Nell’attività di un delegato ci sta anche la pausa caffè»

FELTRE. «Volevo quasi autodenunciarmi per aver bevuto un caffè questa mattina».

La battuta del segretario aggiunto della Cisl di Belluno, Rudy Rofarè arriva all’indomani della notizia del licenziamento da parte della Piave Maitex del suo dipendente e delegato sindacale della Filctem Cgil, Diego Pauletti. Una vicenda che si trascina da diversi mesi e che è nata da un’intervista in cui invitava l’azienda a puntare su Industria 4.0 per rilanciare la fabbrica con la collaborazione dei dipendenti.

Il licenziamento di Pauletti, quindi, strappa la solidarietà e la vicinanza anche della Cisl che invita alla coesione sociale e alle positive relazioni sindacali in nome della democrazia.

«Dopo aver letto del licenziamento del dipendente dell’impresa feltrina», commenta Roffarè, «ho telefonato subito al segretario generale Mauro De Carli e alla segretaria della Filctem, Denise Casanova, per esprimere a loro la mia solidarietà e la mia vicinanza rispetto a quanto è accaduto. Personalmente», prosegue il sindacalista, «conosco Diego: è un delegato che ha fato molto per i lavoratori e non solo della Piave Maitex, e che si è sempre mosso a favore dei più deboli».

Il segretario della Cisl, pur non entrando nel merito della vicenda, ci tiene a precisare di essere «vicino alla rsu della Piave Maitex perché l’attività che è sempre stata portata avanti è stata fatta per salvare l’azienda e si è sempre basata su proposte sensate per migliorare gli investimenti sulle tecnologie. Qui però si rischia di mettere in dubbio il principio di partecipazione democratica».

Per Roffarè, quindi, «l’attività sindacale non può essere messa in dubbio: un delegato sindacale è un lavoratore che si fa le sue ore di lavoro e che per risolvere i problemi deve informarsi, studiare e lavorare. Tutti insieme. Beato Giuseppe Toniolo, precursore dell’eticità anche finanziaria, diceva: “O è democrazia sociale o democrazia non è”. Fare attività sindacale significa uscire dalla fabbrica, partecipare a convegni, informarsi, e quando si fa questo ci sta anche una pausa caffè».

Roffarè, quindi, invita a «recuperare i rapporti e costruire coesione sociale, coesione che passa anche per i rapporti con le aziende. Un delegato non può fare», ribadisce in conclusione, «la sua attività solo nell’ora di permesso». —

P.D.A.

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