Liceo Galilei, le aule sono troppo piccole / FOTO

Tra i problemi evidenziati dagli studenti anche la pericolosità delle terrazze esterne che al momento sono chiuse

BELLUNO. Un tempo ospitava i neonati abbandonati. Ora in quelle aule studiano da generazioni i bellunesi impegnati nelle materie scientifiche. Futuri medici, ricercatori o, perché no, letterati. Ma gli spazi scarseggiano, tanto che il biennio scientifico è ospite del liceo Tiziano in via Cavour. Com'è possibile, in una struttura tanto grande? Il viaggio del Corriere delle Alpi nelle scuole bellunesi fa tappa in via Gregorio XVI per verificare quello che gli stessi studenti hanno segnalato al giornale nell'ambito dell'iniziativa #matteovieniascuola che punta a raccogliere disagi e problemi vissuti da chi usa quotidianamente gli edifici scolastici.

Agli studenti del liceo scientifico Galilei di Belluno stanno a cuore in particolar modo le terrazzine esterne alle aule. Un particolare architettonico inusuale per una scuola, ma non per un brefotrofio, cioè un istituto adibito ad ospitare i neonati non riconosciuti dai genitori. Era questa, un tempo, la funzione della struttura che oggi ospita il liceo. Le terrazze sono attualmente chiuse per questioni di sicurezza, un dettaglio che stona con gli infissi praticamente nuovi montati su porte e finestre. Il problema è l'altezza delle ringhiere che fanno da parapetto: troppo basse per un adulto che, se perde l'equilibrio, rischia di cadere. Ma non è questo l'unico motivo per cui le terrazze sono state chiuse. Il ballatoio collega più stanze, oggi aule, e andrebbe separato in più sezioni. Un lavoro per il quale i fondi promessi da Renzi, che si è impegnato a sbloccare finanziamenti all'interno del patto di stabilità, potrebbero porre le basi. Ma non è detto che sia questa la priorità.

Il problema principale pare infatti essere un altro: quello della dimensione di alcune aule troppo piccole per ospitare gli studenti raggruppati, su direttive nazionali, in classi sempre più numerose. Anche in questo caso non si tratta di un difetto di progettazione ma di un mancato adeguamento alle nuove esigenze dell'edificio. Il problema si potrebbe risolvere, ad esempio, abbattendo alcune pareti. Ma oggi i soldi non ci sono e le aule rimangono “disabitate” mentre una parte degli studenti, quella del biennio, viene ospitata nell'edificio del liceo classico in via Cavour.

«La notizia che Renzi sia disponibile a visitare le scuole e ad investire su di esse non può che farci ben sperare» spiegano gli studenti, «il liceo Galilei rappresenta da anni un'eccellenza nella preparazione degli studenti, cosa che potrebbe essere non più garantita dall'aggravarsi della situazione attuale».

Per i dirigenti scolastici di tutta Italia il taglio dei finanziamenti è ormai un problema quotidiano. A maggior ragione se a questo si aggiungono altre spese di carattere non proprio didattico. Nel caso del Galilei, ad esempio, la necessità di tenere in ordine il prato e il boschetto che la circondano, rendendo necessario l'intervento di ditte specializzate. Investire è possibile ma molto fanno i contributi privati di aziende o fondazioni. Dal prossimo anno il numero di lavagne multimediali, le cosiddette Lim, passerà da sei a dieci abbinando al classico gessetto un tecnologico pennarello “touch”. Questo è il presente del Galilei, strumenti del futuro in aule del passato.

Valentina Voi

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