Limana: assolta prof delle scuole medie dall'accusa di abuso dei mezzi di correzione su un suo allievo
Lo studente di Limana le rimproverava un atteggiamento persecutorio dopo un fatto avvenuto nei bagni dell'edificio
In alto la scuola media di Limana Sotto l’avvocato Rasera Berna
LIMANA. È stata assolta la professoressa di lettere delle scuole medie di Limana, Giuseppina Boranga, 67 anni, dall'accusa di aver assunto un comportamento vessatorio nei confronti di un alunno. Un'accusa che l'insegnante ha sempre respinto e ieri appunto è stata assolta perché il fatto non sussiste. Tutto avrebbe avuto origine da un episodio avvenuto nel novembre 2005, nei pressi dei bagni della scuola, dove lo studente (che ha sempre negato di aver fatto un gesto simile) avrebbe mostrato i propri genitali ad una compagna di classe. Da quel momento, secondo lo studente, l'insegnante avrebbe assunto un atteggiamento ostile tanto da provocargli uno stato di sofferenza psicologica. Come? Facendolo sempre accompagnare al bagno da un altro studente, escludendolo dalle conversazioni in classe ed invitandolo a chiedere scusa davanti ai suoi compagni di classe. In realtà, dalle testimonianze, ieri, di due compagni di classe della parte offesa, non sono emerse prove a favore della pubblica accusa. Una studentessa ha sostenuto che la professoressa (difesa dall'avvocato Francesco Rasera Berna) aveva cercato di far emergere la verità sul fatto successo nei bagni delle scuole, negando che il giovane fosse stato invitato o costretto a scusarsi davanti ai compagni di classe. «No - ha risposto la testimone, alle domande incalzanti del difensore - non v'è stata persecuzione nei confronti del mio compagno da parte della professoressa e non è mai stato escluso dall'attività didattica». Più o meno le stesse risposte, le ha date un secondo teste, all'epoca dei fatti, compagno di classe della parte offesa. Al termine dell'istruttoria dibattimentale, pubblica accusa e difesa si sono confrontate nella discussione. Per la verità sia il pubblico ministero, Simona Ianese, che (ovviamente) la difesa hanno chiesto l'assoluzione dell'imputata. L'avvocato Rasera Berna, in particolare, ha ripercorso in arringa le fasi salienti del processo. «Sei anni fa - ha sostenuto il difensore - quel fatto ascritto al giovane, nei bagni delle scuole, c'è stato. Ciò è quanto è emerso nel processo. Un fatto che ha messo in difficoltà non solo l'intera classe, ma la stessa insegnante, che nella sua funzione di educatrice, non poteva non intervenire. Quel fatto è avvenuto ma è sempre stato negato dal giovane e dalla sua famiglia, che oltre ad evitare l'incontro con l'insegnante, ha fatto malamente quadrato attorno ad un gesto sbagliato del figlio». Rasera Berna ha definito, nel corso della sua arringa, la professoressa Boranga come "un avamposto delle finalità edicative" della scuola, nonostante in tutta questa vicenda sia stata lasciata completamente sola. «La Boranga - ha concluso Rasera Berna - con grande fermezza e delicatezza ha affrontato il problema. Spostare di banco un alunno oppure affrontare in classe temi quali il bullismo rappresentano un abuso di mezzi di correzione da parte di un'insegnante?». Il giudice Aldo Giancotti si è successivamente ritirato in camera di consiglio. La decisione del giudice è arrivata dopo poco tempo. Una decisione in base alla quale la professoressa Boranga è stata assolta dalla pesante accusa di abuso dei mezzi di correzione.
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