Sest compie cinquant’anni e cambia nome in Lu-Ve

Al teatro di Belluno la festa per celebrare la storia e la solidità dell’azienda

Faggioli: «La famiglia resta». Liberali: «Vendiamo in cento Paesi del mondo»

Marcella Corrà
La dirigenza della Sest sul palco del teatro Buzzati di Belluno
La dirigenza della Sest sul palco del teatro Buzzati di Belluno

«Abbiamo sempre lavorato con onestà, serietà e passione, e stiamo strutturando l’azienda per affrontare il futuro. Si sentono a volte voci sul fatto che le famiglie Liberali e Faggioli vogliano vendere, passare la mano, si vogliano ritirare. Nessuno vuole vendere, ci saremo ancora noi anche domani, la storia non si ferma». Con queste rassicuranti parole di Michele Faggioli, amministratore delegato del gruppo Lu-Ve, si è conclusa la serata di festeggiamenti per i 50 anni della Sest, azienda leader di mercato in Europa nella produzione di batterie di scambiatori di calore alettati, per i settori della refrigerazione commerciale e del condizionamento dell'aria. Una serata all’insegna dei ricordi, degli aneddoti, degli applausi calorosi per chi non c’è più, come il fondatore della Lu-Ve Igino Liberali, mancato due anni fa e Lucio Da Ronche, pilastro della Sest, scomparso pochi mesi fa.

Tutto nasce, per la Sest, da un capannone di mille metri quadrati, neppure tutto occupato, nel 1974. Nel 1991 l’incontro tra due manager, Pierluigi Faggioli (che ha fondato la Sest) e Igino Liberali (pavese con azienda a Uboldo, in provincia di Varese), diventati imprenditori. Da aziende territoriali a aziende internazionali, con sedi prima in Polonia, poi in Russia e in Repubblica Ceca e una serie di acquisizioni in India, Finlandia, Svezia e Stati Uniti.

Foto di gruppo per i figli dei dipendenti Sest premiati con le borse di studio
Foto di gruppo per i figli dei dipendenti Sest premiati con le borse di studio

«Vendiamo in cento paesi nel mondo», ha ricordato Matteo Liberali, presidente del gruppo. Da quest’anno la Sest è stata incorporata completamente nel gruppo Lu-Ve e con il nuovo anno cambierà anche il nome dello stabilimento di Limana, diventando “Lu-Ve, filiale di Limana”. Cosa significa questo per la Sest? «È semplicemente un aspetto formale», ha spiegato Faggioli, «per una questione di contenimento dei costi: società diverse comportano la presenza di consigli di amministrazione, revisori, sindaci. La famiglia Faggioli resta ben presente nel gruppo, lo stabilimento resta a Limana e pensiamo ad espanderci e a rinforzarci per il futuro».

La storia della Sest è stata raccontata sul palco del teatro comunale da Anna Zago, voce narrante, e da Claudio Sopetti, cantante e trombettista. Partendo dai difficili inizi, passando per l’espansione in Paesi complicati come Polonia, Russia e Cechia, rendendo omaggio a chi ha la vista lunga e ha lavorato tanto, accanto a validi collaboratori, ricordando con sgomento la sera del 9 marzo 2020, quando poco prima di mezzanotte il presidente del Consiglio Conte annunciava il lockdown e la conseguente chiusura dei cinque stabilimenti italiani. «Abbiamo potuto continuare a lavorare», ha spiegato Faggioli, «grazie all’organizzazione del gruppo e alla rete di stabilimenti all’estero, in Paesi dove le chiusure sono state a macchia di leopardo».

Dopo il racconto per immagini, parole e musica, è toccato a Stefano Paleari, ex rettore dell’Università di Bergamo, condurre un breve confronto chiamando sul palco Pierluigi e Michele Faggioli e Matteo Liberali. «Quando Lu-Ve e Sest si sono messe assieme fatturavano il corrispettivo di 20 milioni di euro, oggi siamo a 600 milioni», ha spiegato l’esperto. «Mi sono divertito e non ho mai lavorato», ha scherzato il capostipite dei Faggioli, tra le risate e gli applausi. «Grande orgoglio e grande emozione e ci si dimentica della fatica fatta. Ma dobbiamo essere riconoscenti a chi lavora accanto a noi».

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