L'incoronazione di re Galan
Inni al governatore, ma arriva la doccia fredda di Calderoli
Il governatore veneto Galan
«Grazie, grazie, 10mila volte, 100mila volte, un milione di volte, per questi 15 anni di governo straordinario che avete donato al Veneto». Scatta, in sala, l’Inno alla gioia, ma taluni interpretano quello del Governatore come un “addio”. Non hanno capito niente, dirà lui, subito dopo. In realtà quella di Galan è stata una vera incoronazione, a Cortina, dove per tre giorni si è riunito il Pdl. Con un attacco al Carroccio, da parte del coordinatore Alberto Giorgetti e del suo predecessore, Nicolò Ghedini.
Ghedini, dunque: «La Lega aspira a un mondo frammentato, quasi feudale e di città-stato, vagheggia una sorta di autarchia, col sì alla polenta e no all’ananas, come se questo fosse un problema politico del futuro. E fonemi arcaici». Si badi, anche se il Carroccio resta, per Ghedini, «un ottimo alleato». E’ il ministro Zaia il possibile antagonista di Galan? Ghedini non lo cita, ma ne demolisce (o tenta di farlo) le ultime battaglie. «Io sono veneto e amo il dialetto, è meglio conoscerlo, è la nostra storia, le nostre radici. Ma non è il futuro. Il futuro non è andare a parlare con la lingua dei nostri padri, che pur dobbiamo conoscere. Ma che facciamo? Andiamo al G8 parlando come Goldoni?». No Zaia, dunque, ma Galan. «Il Veneto deve essere condotto da chi lo ha guidato in modo eccellente negli ultimi 15 anni. Non credo che ci possa essere miglior leader di Giancarlo». Dunque? «La decisione deve essere presa dagli elettori veneti. Assistiamo a una rivendicazione di poltrona. Non si contesta il merito».
Dopo Ghedini, le conclusioni di Giorgetti. Quelle che contano, più di ogni altra testimonianza. «Per noi è chiusa la discussione». A margine aggiungerà che, per la verità, la trattativa è ancora aperta e solo fra un mese, due al più tardi, si conoscerà come andrà a finire. «Con nessun timore, fra l’altro, se la Lega dovesse decidere di andare da sola alle elezioni». Galan, comunque, resta il candidato del Pdl, perché «Giancarlo è uno di quelli che parla col cuore in mano. Abbiamo bisogno di sensibilità e responsabilità».
Come dire che dall’altra parte non è sufficiente. E per chi non avesse inteso, il coordinatore precisa che non vuole «neppur pensare che possa essere messa in discussione la guida del Veneto». «La razionalità oggi dice che abbiamo un voto in più degli altri. Vogliamo l’alleanza, ma se qualcuno cerca di buttarmi giù la porta ricordo che noi abbiamo un voto in più».
Tutti d’accordo, dunque? Sì, ma... Ecco Brancher precisare, a margine dei lavori, che «il nostro obiettivo è vincere in tutte le regioni, per cui l’alleanza tra Pdl e Lega è indispensabile.
Non tarda la replica del ministro Calderoli: «Berlusconi tiri le orecchie a quanti in questi giorni spuntano come funghi per sostenere Galan. Noi su una cosa siamo chiari: se si ascolta Ghedini e vale il principio che la decisione sul candidato la prendono gli elettori del Veneto noi siamo d’accordo e ben felici di correre da soli».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video