Linea Verde esplora il Museo di Caorera
QUERO VAS. Linea Verde è arrivata al museo del Piave di Caorera. E non solo. La troupe del celebre programma dedicato all’agricoltura in onda su Raiuno ogni sabato e domenica, giorno in cui è condotto da Patrizio Roversi e Daniela Ferolla, grazie al progetto ideato dal Consorzio Bim Piave e di Lattebusche ha effettuato delle riprese nel museo dedicato alla Grande Guerra gestito da Diotisalvi Perin. Spostandosi poi nella vicina distilleria Le Crode, che nel tempo ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nel panorama della produzione della grappa di qualità, sia a livello locale che regionale.
Al centro dell’attenzione di Roversi c’è stato l’aereo di Francesco Baracca, ritornato a Caorera dopo un lungo periodo trascorso in mostra all’aeroporto Marco Polo di Venezia: ricostruzione fedele del modello originale, lo Spad XIII reca il simbolo del cavallino rampante, simbolo del pilota, e faceva parte di un progetto partito nel 2006 grazie all’appassionato modellista Giancarlo Zanardo e finanziato dall’allora Comune di Vas guidato da Andrea Biasiotto e dalla Regione, finalizzato alla sua ricostruzione per un valore complessivo di 240mila euro.
«Quest’anno ricorre il centenario del termine della Grande Guerra – ha spiegato Roversi, che ha iniziato il servizio, come si vedrà nella puntata dell’8 aprile, leggendo un diario di memorie dei soldati del fronte – e Linea Verde ha concentrato la propria attenzione su questo territorio, su questa pianura che è stata ed è ancora un crocevia importante da un punto di vista agricolo, dedicandoci un paio di puntate. Caorera rappresenta un intervallo tra due “monumenti” tutelati dall’Unesco, le Dolomiti e Venezia, così come il suo museo, sintesi di esperienze emotive che si possono tutt’ora cogliere guardando questi reperti. Al “Vincenzo Colognese” si entra nella vita dei giovani chiamati alle armi nel periodo della Grande Guerra, di quella generazione che fu mandata al macello e distrutta. Anche l’agricoltura di questo territorio, dopo il grande disastro ne risentì, poiché erano venute a mancare le braccia per lavorare nei campi».
Il conduttore ha poi intervistato Perin. «Il Museo della Grande Guerra – ha spiegato Perin – ha l’onore di ospitare la copia originale dell’aereo dell’asso dei cieli, costruito grazie ad un progetto nato nel 2006, grazie al Comune di Vas e non solo, che aveva permesso all’aereo di sorvolare di nuovo i cieli, per tre anni».
«Per me il museo deve riuscire a narrare attraverso i suoi reperti storie mai raccontate», ha detto ancora, «che non si leggono nei libri di storia ed emozioni e paure di coloro che avevano preso parte al conflitto».
Roversi ha poi sperimentato il simulatore di volo, una delle peculiarità di questa struttura – gli ha spiegato Perin – «che ha l’obbiettivo di avvicinare i giovani e di trasmettere loro la passione del volo».
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