Linea Verde rilancia il Piave “Unesco”
La trasmissione, in onda il 25 giugno su Rai 1, racconta le ricchezze del fiume e del suo territorio dalla sorgente alla foce
BELLUNO. Dalle vette dolomitiche alla laguna di Venezia, l’Unesco tutela dei “patrimoni dell’umanità” che richiamano visitatori da tutto il mondo. E l’impegno dei veneti è di mantenerli nella loro integrità. Considerando gli esiti, si è aggiunta la candidatura delle colline del Prosecco, per l’unicum che rappresentano sul piano culturale.
Dal 2015 un comitato di studiosi sta cercando di fare breccia con la candidatura del Piave, ponte ideale – storico ma anche culturale, naturale, finanche economico – tra le cime ed il mare, transitando, guarda caso, ai piedi delle colline delle bollicine.
Il fascino di questo territorio, in alcuni casi, purtroppo, artificializzato, ad esempio con un esorbitante numero di centraline idroelettriche, sarà proposto al grande pubblico televisivo con un’intera puntata di “Linea Verde Estate” che andrà in onda domenica 25 giugno alle 12. 20 su Rai Uno.
«La puntata sarà interamente dedicata al fiume, alla sua storia e ad alcuni dei prodotti tipici, riconosciuti come assolute eccellenze non solo venete ma dell’Italia intera» anticipano Daniele Marcassa e Giuliano Vantaggi del Comitato per la candidatura della valle del Piave a paesaggio culturale Unesco, che hanno guidato la troupe della Rai lungo il fiume, dalle sorgenti, ai piedi del monte Peralba, alla foce, in laguna. I conduttori del format, Federica De Denaro e Federico Quaranta, hanno realizzato un viaggio che di fatto dimostrerà perché i 200 chilometri dell’unico fiume che in Italia è definito “sacro” meritano il riconoscimento Unesco. Il viaggio lungo il fiume coincide infatti con il centenario della Grande Guerra, un’immane tragedia che ha segnato e, al tempo stesso, unito il Paese e durante la quale il fiume Piave è diventato un simbolo nazionale, rappresentando l’ultimo decisivo fronte che ha poi permesso l’uscita vittoriosa dal primo conflitto mondiale. Con il supporto logistico del Bim Basso Piave e il coinvolgimento di produttori, sportivi e divulgatori come Michele Zanet, la trasmissione mostra e racconta una realtà unica, ricca di straordinarie bellezze paesaggistiche e culturali, capace di diventare il traino fondamentale per promuovere il turismo responsabile e sostenibile, le attività produttive locali e favorire la creazione di nuova occupazione giovanile.
«Oltre ad essere uno scrigno di Tesori d’arte la Valle del Piave è anche una sorta di esplicazione del “Made in” del sistema economico veneto», spiega Vantaggi. «L’eccellenza delle eccellenze la troviamo sul Piave. Le relazioni culturali si sono per millenni stratificate in un intorno geografico dell’intero corso del fiume, dando vita a straordinarie manifestazioni del sapere e del fare umano che hanno generato un Paesaggio Culturale di straordinario valore e riconoscibilità».
Queste relazioni culturali sono il risultato dell’interazione tra uomo e ambiente (espressione di poeti, scrittori, mestieri, scultori, pittori ma anche architetti ed ingegneri) e dell’utilizzo ingegnoso delle risorse locali (legno, pietre, mole), che hanno consentito lo sviluppo di tecnologie legate, in primis, alla produzione di manufatti, quali ponti e dighe che hanno fortemente caratterizzato l’ambito locale ma la cui influenza si manifesta anche in altre parti del mondo. Alcune testimonianze di questa migrazione di saperi, soprattutto tecnici, si possono osservare nelle realizzazioni delle dighe egiziane, etiopiche, di quelle del Sud del Brasile e del Nord dell’Argentina, nelle bonifiche africane, ma anche nella costruzione di importanti edifici di culto cristiano nel mondo e nel compimento delle più importanti metropolitane.
«Ancora – insiste Vantaggi – va messa in evidenza la maglia del tessuto manifatturiero con aziende che riescono a “sfruttare” le peculiarità del territorio senza snaturarlo e che spesso, proprio per l’intercambio tra imprenditori, porta ad avere produzioni di nicchia leader mondiali».
Lo testimoniano i luoghi di produzione del passato: segherie, opifici, fornaci, mulini, lanifici, cartiere, occhialerie e musei che raccontano di questi mestieri e tradizioni. Gli zattieri hanno inventato il primo sistema mondiale di certificazione del legno e riuscivano a “brandizzare” una foresta per l’uso che ne veniva fatto (ad esempio “Il Gran Bosco da Reme”). I maestri del chiodo studiavano ogni possibile forma per la costruzione in legno degli edifici, dei maestri spadari bellunesi, i maestri della carta si servivano il sultano di Costantinopoli.
«Ma, la Valle del Piave, è anche il territorio dei porti fluviali, delle ville rustiche e patrizie, degli snodi interattivi di scambi sociali e commerciali (alcune contenenti testimonianze uniche al mondo)».
«Ad oggi attorno al Piave dalla provincia di Belluno a quella di Venezia – sottolinea Vantaggi – è presente una geografia dell’impresa manifatturiera e dei servizi distribuita come una “maglia localizzativa” in cui le imprese agricole ad altissima specializzazione, si mescolano con quelle altrettanto specializzate del settore meccanico, metalmeccanico, tessile, alimentare e dell’abbigliamento, capaci di imporsi a livello mondiale con alcuni marchi prestigiosi come Benetton e Luxottica».
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