«L’Inps chiede locali ad hoc a costo zero»

Il sindaco Da Roit e la chiusura della sede di Agordo: «I Comuni non sono un pozzo di San Patrizio»

AGORDO. «Il Comune di Agordo ha messo a disposizione dell’Inps i locali che ha, ma all’Inps non andavano bene. In ogni caso trovo profondamente ingiusto che ai Comuni si continui a chiedere servizi, spazi, edifici gratis nel momento in cui i Comuni stessi vengono ripetutamente colpiti dallo Stato».

Sono le parole del sindaco di Agordo, Sisto Da Roit, sulla questione che riguarda la prossima chiusura della sede Inps di Agordo. Con la fine del mese, l’Istituto nazionale di previdenza sociale ha deciso di abbandonare la struttura nei pressi del monumento ai caduti in cui è in affitto.

Pare, infatti, non aver trovato altra sistemazione adeguata, se non l’ex ufficio catasto nella sede dell’Unione montana agordina dove, però, svolgerà soltanto servizio di sportello tre giorni a settimana.

«Le quattro dipendenti», spiega Gianluigi Della Giacoma della Cgil Funzione pubblica, «verranno spostate a Belluno. Due di queste, agordine, faranno sportello tre giorni alla settimana, ma non lavoreranno pratiche. È l’ennesimo servizio che viene smantellato in Agordino, una terra trainante dal punto di vista economico che, tuttavia, continua a perdere servizi e popolazione».

Se il motivo per cui l’Inps ha deciso di lasciare la sua storica sede agordina è l’eccessiva spesa di affitto, il Comune di Agordo aveva fornito delle alternative.

«Abbiamo dato la disponibilità gratuita all’Inps di alcuni locali di nostra proprietà», spiega il sindaco Sisto Da Roit, «ma l’Inps li vuole di una certa metratura, senza barriere architettoniche, in centro e in comodato d’uso gratuito. Come Comune abbiamo fatto la nostra parte, tuttavia questa storia mi fa pensare: dobbiamo dare sempre tutto gratis? Non siamo né un pozzo di San Patrizio, né dei maghi e se poi questa richiesta viene dalle istituzioni statali, beh, resto basito».

Una soluzione alternativa poteva essere quella dell’ospedale di Agordo. «Sembrava», spiega Della Giacoma, «che l’Usl mettesse a disposizione dei locali vicino all’ufficio cassa, ma evidentemente le cose non sono andate in porto. Resto stupito del fatto che in campagna elettorale nessuno muova un dito contro l’ennesimo taglio di servizi alla montagna».

Gianni Santomaso

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