L’invito del Cio: «Tutto lo sci alpino a Cortina»

Tra i punti da verificare secondo il Cio c’è anche la sostenibilità della pista da bob: «I costi sembrano sottostimati»

E se a Cortina ritornassero anche le gare maschili dello sci alpino, assegnate a Bormio? Un sogno che il Cio permette di coltivare. Se Milano-Cortina dovesse ricevere i Giochi, alcuni elementi del masterplan – si legge nel report – «richiederebbero un’ulteriore valutazione in linea con gli obiettivi dell’agenda olimpica 2020». Lo sostiene la Commissione di valutazione del Cio, che indica tre problemi da risolvere. Come si ricorderà, a Cortina sono in programma lo sci alpino femminile, bob, slittino, skeleton e curling.

SEDI SEPARATE

«Avere sedi separate per uomini e donne a Bormio e Cortina potrebbe aumentare i costi operativi e logistici. In un’analisi fornita al Cio, la Fis indica Cortina, che ospiterà i Campionati Mondiali di Sci Alpino 2021, quale sede di tutti gli eventi alpini ai Giochi».

PISTA DI BOB

In linea con gli obiettivi di sostenibilità e legacy della Olympic Agenda 2020, la Commissione di valutazione ha studiato la proposta di ristrutturazione della pista di bob Eugenio Monti a Cortina (fuori uso dal 2008). «La Commissione è preoccupata», si legge nel rapporto, «perché il progetto richiederebbe un investimento significativo e i lavori di costruzione sono al di sopra di ciò che è stato stimato in base ai dati di riferimento. La Commissione ritiene che sono necessari ulteriori lavori sui piani finanziari e legacy». E a questo riguardo scatta una pericolosa eventualità: «È forse possibile utilizzare un impianto già esistente altrove in Europa».

BASELGA

Sono stati presentati dei piani alla Commissione per la conversione e riqualificazione dell’ovale esistente per il pattinaggio di velocità all’aperto a Baselga di Piné, trasformandolo in una struttura al coperto. Mentre la Commissione riconosce la cultura e la passione per il pattinaggio di velocità a Baselga, «ha ancora preoccupazioni circa il corretto funzionamento della sede rinnovata nel lungo termine». In ogni caso, l’Italia si trova nella fortunata posizione di avere una scelta di luoghi di prim’ordine e soluzioni alternative.

IL SINDAGO GHEDINA

«Mancano sei anni. In caso di assegnazione», reagisce il sindaco Ghedina, «ci sarà tutto il tempo per adeguarci alle nuove esigenze. Sicuramente non ci mettiamo adesso a tirarci per la giacca con Bormio. La Federazione internazionale deciderà. Noi non avanziamo rivendicazioni». Ma è evidente che, se tutto lo sci alpino dovesse ritornare a Cortina, probabilmente qualcosa bisognerebbe cedere alla Valtellina. «L’importante, adesso, è non sbagliare una mossa».

GIDONI

E il bob? Singolare il rilievo della Commissione: Cortina spende troppo poco. Franco Gidoni, che per anni ha diretto quella struttura, invita a non fasciarsi la testa prima del male, perché “basta chiarire”.

«Le ultime piste da bob sono costate fino a 140 milioni di euro (120 a Cesana) e per lo più sono rimaste inservibili. La nostra costa fino a 50 milioni di euro, non perché abbiamo risparmiato oltre il limite (anzi, costava 37 milioni nel primo dossier), ma perché non ha bisogno di infrastrutture di accesso. Il sito, infatti, è nelle vicinanze del paese. Avrà come fisse le strutture che servono per il post-olimpiadi, come Centro federale internazionale, mentre quelle necessarie ai Giochi saranno tensostrutture mobili». —

Francesco Dal Mas
 

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