Lite tra vicini sono cadute tutte le accuse per un feltrino

FELTRE. Cattivo vicinato, buon esito del processo. Il feltrino Alessandro Pisello ha rimediato due assoluzioni e una sentenza di non doversi procedere, dopo che il reato di resistenza a pubblico ufficiale è stato derubricato a quello di minaccia, a quel punto mancava la querela necessaria. Il pubblico ministero Tricoli aveva chiesto per primo un epilogo del genere, figurarsi il nuovo difensore dell’imputato, Dalle Mule. Nuovo perché quello vecchio era stato licenziato in tronco, ma senza colpe evidenti, durante la penultima udienza. Il giudice Cittolin ha emesso una sentenza in linea con le richieste.

La vicenda è nata nel centro storico di Feltre. Imputato e parte offesa vivono nello stesso stabile e i loro rapporti non sono per niente cordiali. Il 10 agosto di tre anni fa degenerano in via definitiva. Secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica, Pisello si è introdotto nella proprietà privata della controparte e non solo non ne voleva sapere di andarsene, ma gli ha dato anche più volte dell’imbecille. Da una parte la violazione e dall’altra l’ingiuria, un reato che peraltro è stato depenalizzato.

Il bengalese, che lavorava come custode al vicino palaghiaccio, ha chiamato i carabinieri e un componente della pattuglia del Norm si è sentito dire che se avesse avuto il coraggio di dare ragione e credere a quello che gli era stato detto l’avrebbe pagata. In questo stava la resistenza a pubblico ufficiale.

Durante il dibattimento la violazione di domicilio non è stata dimostrata, l’ingiuria non è più un reato penale e la resistenza è diventata un reato meno grave, per il quale ci sarebbe voluta una querela. Assoluzione e non doversi procedere. —

G.S.

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