Livinallongo diventa “comune cardioprotetto”

La presidente della Croce bianca loda i volontari durante la cena di fine anno e poi annuncia: «Posizioneremo 10 defibrillatori anche nelle frazioni più lontane»

LIVINALLONGO. La presidente della Croce Bianca Bolzano elogia i volontari fodomi: «A Bolzano siamo fieri di voi». E annuncia un progetto per portare i defibrillatori nelle frazioni più disagiate del comune.

La cena di fine anno della Croce Bianca Fodom è stata l’occasione per la neo presidente della Croce Bianca di Bolzano, Barbara Siri, di visitare per la prima volta la sezione di Livinallongo, l’ultima nata in seno al sodalizio di soccorso altoatesino, la seconda fuori provincia con quella di Cortina. Accompagnata dal consigliere provinciale dell’associazione Alex Schmid e dai membri del direttivo locale, la presidente ha dapprima visitato la sede che si trova nel Centro servizi di Arabba; poi ha incontrato tutti i volontari tra cui molti rappresentanti delle sezioni del Coordinamento ambulanze Agordino-Zoldano, dell’amministrazione comunale, degli impianti a fune e dell’Usl. Nel saluto, la caposezione Antonella De Toffol ha riservato parole di ringraziamento prima di tutto «ai miei ragazzi, con cui giorno per giorno lavoriamo e scriviamo la storia della nostra associazione sul territorio».

È stato poi il vice caposezione Andrea Palla ad annunciare l’avvio di un progetto che sarà realizzato insieme con la sede centrale di Bolzano, il Comune e il 118 per dislocare una decina di defibrillatori sul territorio comunale, in particolare nelle frazioni più lontane e disagiate che farà diventare Livinallongo il primo comune “cardioprotetto” bellunese. Grazie alla tecnologia il defibrillatore è diventato ormai un’apparato di uso relativamente semplice, portatile e in molti casi, se a disposizione in tempi rapidi in caso di bisogno, può salvare la vita a persone colpite da infarto o in arresto cardiaco. Sulle piste da sci o dove si svolgono attività sportive è ormai obbligo averlo in dotazione. Ma può essere molto utile anche nella vita quotidiana, soprattutto nei piccoli paesi di montagna, spesso distanti dalle strutture ospedaliere. Nel caso una persona venga colpita da infarto o da arresto cardiaco è fondamentale intervenire con un defibrillatore nei primi minuti: quelli in cui si hanno le più alte probabilità di salvare la vita all’infartuato.

Il progetto avviato dalla Croce Bianca Fodom prende il nome di “Dae” ( Automated external defibrillator ) e la dislocazione nelle frazioni più disagiate del Comune di una decina di apparecchi portatili. Grazie alla rete Internet ognuno sarà collegato a una centrale da cui sarà possibile controllarne lo stato di efficienza. Grazie a una “app” installata sul telefonino, poi, in caso di bisogno, il soccorritore potrà visualizzarne la posizione in modo da sapere qual’è quello più vicino. Nel progetto sono previsti anche corsi di formazione specializzati, dedicati alla popolazione. Il fine è semplice: più persone sono in grado di usare un defibrillatore, maggiore è la possibilità di salvare delle vite umane.

La serata si è conclusa con la distribuzione ai presenti del calendario 2016 realizzato dalla Croce Bianca Fodom con i disegni realizzati dai bambini durante la giornata “Viva”, l’iniziativa della comunità europea sulla rianimazione cardiopolmonare, a cui l’associazione aderisce da ormai un paio di anni.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi