Lo cercano in 130, ma di Riccardo Tacconi nessuna traccia
La corsa è sempre più contro il tempo. La terza giornata di ricerche di Riccardo Tacconi, in Nevegal, è passata senza risultati. Sui sentieri del colle è stato trovato un cappellino, ma non è del 58enne turista milanese, che è scomparso venerdì mattina, durante una corsetta da solo e senza il telefonino cellulare. La figlia non ha riconosciuto quel copricapo, quando i vigili del fuoco gliel’hanno fatto vedere, al campo base dell’Alpe in Fiore.
Sentito anche un testimone di Ponte nelle Alpi, che avrebbe incrociato il professionista lombardo nella zona del campo scuola, ma nemmeno questo presunto avvistamento ha avuto un seguito, malgrado la descrizione corrispondesse a quella diffusa dal Soccorso alpino, nelle prime ore successive alla scomparsa. La famiglia Tacconi ha formalizzato la denuncia ai carabinieri di Belluno, nel frattempo è aumentata la schiera dei soccorritori. Ieri sono state circa 130 le persone impegnate, tra Soccorso alpino, Guardia di finanza, vigili del fuoco, Protezione civile e gli stessi militari dell’Arma. Molti i cani impiegati, tra i quali i labrador golden retriever Ice e Zico, proprio come il giocatore brasiliano dell’Udinese. E poi tanti gruppetti di persone, che si sono mosse spontaneamente, con la cartina geografica in mano. Qualcuno è arrivato da Milano, raccogliendo l’appello su Facebook della famiglia.
Questi si muovono nelle zone più facili da raggiungere e perlustrare. Si conta anche sul loro entusiasmo, in diversi casi sulla loro amicizia con il disperso. Sopra di loro, l’elicottero veneziano Drago 81 dei vigili del fuoco, ha sorvolato una vasta area, con a bordo personale del Soccorso alpino esperto della zona. A terra le numerose squadre si sono distribuite tra Tassei, Chiesurette, Ronce, Val d’Art, Medil, Malvan, Col del Gou e Pian de Nogher. Nessuna traccia di Tacconi e di avvistamenti, veri o presunti, non ce ne sono più stati. Le ricerche sono state interrotte con l’arrivo del buio e riprendono stamattina. Solo i vigili del fuoco hanno mantenuto il presidio, anche nel corso della notte, proseguendo le ricerche, ma a ranghi più ridotti. Nei primi due giorni, avevano usato anche dei droni attrezzati con delle termocamere a raggi infrarossi. Dispositivi molto sofisticati e in grado di percepire la presenza di qualsiasi sorgente di calore, anche di un corpo umano in vita.
La moglie di Riccardo Tacconi ha lanciato anche ieri un appello, tramite Tgcom 24: «Chiunque sappia qualcosa chiami i vigili del fuoco al 115, mio marito potrebbe essere dovunque. Non è escluso che abbia perso i sensi e, una volta risvegliatosi, potrebbe aver cominciato a vagare nella zona. Vorrei chiedere a chi abita a Ponte nelle Alpi, Belluno, Limana e anche Trichiana di esaminare con attenzione i dintorni delle proprie abitazioni e avvertirci». —
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