Lo chef stellato De Prà per le nozze di Clooney
PIEVE D’ALPAGO. Avrà un sapore bellunese il matrimonio di George Clooney. Riccardo De Prà, cuoco del Dolada, sarà infatti dietro ai fornelli delle cucine dell’Aman Resort, il “sette stelle” dove l’attore americano celebrerà domani a Venezia le nozze con Amal Alamuddin.
«Ho l’obbligo di non parlare con i giornalisti», si schermisce De Prà, 40 anni, titolare del ristorante di famiglia a Plois d’Alpago, la più antica “stella” Michelin d’Italia. «Quando entrerò nelle cucine dell’Aman dovrò persino lasciare il cellulare. Non mi sarà possibile comunicare con l’esterno senza la severa autorizzazione del caso. E il contratto che ho sottoscritto mi obbliga a non avvalermi della collaborazione di persone assunte dopo la firma».
Ovviamente top secret il menù per l’hollywoodiana cena post-cerimonia di domani sera nel prestigioso albergo con vista sul Canal Grande. Il menù, firmato da Riccardo De Prà e da un senior chef del catering Salza di Pisa, sarà pubblicizzato solo a cena avvenuta, come da rigoroso copione della cerimonia, coordinata dall’agenzia di eventi Lanza e Baucina che, insieme a Mestiere Cinema, sta curando l’organizzazione in laguna.
Ragionando sulle provenienze degli chef è facile comunque intuire portate di gusto alpagoto e toscano. De Prà è nato a Pieve d’Alpago ma vive a Vittorio Veneto. È un figlio d’arte, proveniente da una nota e affermata famiglia di albergatori e ristoratori. Il padre Enzo è uno dei più famosi chef italiani e divide la gestione del “Dolada” con il figlio. Caratteristica della cucina dei De Prà è la grande qualità dei piatti assicurata dall’accurata scelta delle materie prime che la stessa famiglia produce. Oltre al bestiame selezionato e allevato allo stato brado sui pascoli dell’Alpago, la famiglia gestisce una piccola latteria e un orto da cui sicuramente proverranno le verdure, in particolare patate, che Riccardo userà per la cena Clooney-Alamuddin. Importanti anche le esperienze all’estero, in particolare in Gran Bretagna, Francia, Spagna e Olanda. Si è pure interessato alla cucina chimica, seguendo i seminari sulle reazioni e le caratteristiche chimico-fisiche degli alimenti tenuti da Harold Mc Gee che gli hanno stimolato nuove tecniche culinarie.
Fondamentale nel 2000 l’esperienza in Giappone sotto la guida del maestro Hiroisha Koyama: «Per me è stata un’esperienza di purificazione», ricorda. Proprio nel Sol Levante ha acquisito la sensibilità ai gusti più sottili e delicati tipici della nipponica.
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