Lo sfalcio garantito da fine luglio

Due aziende agricole hanno partecipato al bando per una superficie di 18 ettari

BELLUNO. Sono due gli operatori agricoli titolari di un’azienda che hanno partecipato al bando per la manifestazione d’interesse, pubblicato dall’Unione montana bellunese, per l’affidamento dello sfalcio di aree prative sul Colle.

Le zone interessate sono quelle lungo la strada provinciale che dal capoluogo porta in Nevegàl e i prati siti nel comprensorio, per una superficie complessiva di circa 18 ettari. Con la realtà assegnataria si procederà alla stipula di una convenzione per il servizio di sfalcio dei prati da affidare mediante procedura negoziata.

Ma il problema della pulizia delle aree verdi, nella parte bassa e alta del Nevegàl, resta. Una criticità sottolineata anche qualche giorno fa da Celeste Balcon, consigliere comunale del Patto per Belluno.

«Purtroppo lungo la strada provinciale, di competenza, appunto, della Provincia, i lavori sono stati fatti solo in parte», evidenzia Dal Farra. Ci sono poi le aree che competono al Comune (come la strada che porta in Faverghera) e ai privati cittadini.

«La situazione non è semplice», aggiunge la Olivotto, «da una parte perché mancano personale e risorse. Dall’altra non ci sono sempre l’interesse e la sensibilità del privato. E se il Comune affida degli incarichi deve pagare e mettere a disposizione mezzi nelle aree in cui gli sfalci sono più complessi».

In ogni caso la pulizia, almeno nelle aree interessate, con l’affidamento dei lavori tramite l’Unione montana, sarà garantita entro la fine di luglio. Salendo nell’area delle malghe, nei pascoli di Col Toront (un centinaio di ettari, ben 250 contando i boschi) la pulizia è garantita dalla presenza di una sessantina di vacche, che i nuovi gestori contano, per il prossimo anno, di raddoppiare.

L’agriturismo Le Ronce, di Antonella Reolon ed Ennio Balcon, ha invece un accordo con l’Alpe per lo sfalcio. In senso ampio i titolari, insieme ai due figli, portano avanti un'impresa che è anche un progetto per rivitalizzare una località tra le più belle e purtroppo tra le più sperdute del comune di Belluno.

«Uno dei problemi che dobbiamo affrontare qui in Nevegàl è costituito dalle condizioni meteorologiche», commenta Giorgio Sitta, gestore del rifugio La Grava. «L’estate 2014, per esempio, è stata da dimenticare. Abbiamo vissuto invece degli anni d’oro tra il 2004 e il 2006, quando arrivavamo in una sola giornata a preparare anche oltre 600 panini. Da quel periodo abbiamo subito un calo di circa il 70%. Ma non demordiamo: ci sono realtà sul Colle che continuano a funzionare».

«Il Nevegàl dovrebbe essere riscoperto dai Bellunesi stessi», dice la Olivotto, «i quali, negli anni, se ne sono purtroppo allontanati». (m.r.)

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