Lo sfondamento a nord arriverà su rotaia

La futura giunta Zaia potrebbe riprendere in mano un’idea che Padrin non vede più «come un sogno»
stefano da rin puppel - perona - calalzo di cadore - arrivo del primo treno abilitato al trasporto biciclette larese - ciotti maria antonia - baggio tiziano - de carlo luca
stefano da rin puppel - perona - calalzo di cadore - arrivo del primo treno abilitato al trasporto biciclette larese - ciotti maria antonia - baggio tiziano - de carlo luca

CALALZO. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sarà accontentato: lo sfondamento a nord, da lui tanto sollecitato con l’A27, ci sarà: ma non in autostrada, bensì col treno. Elena Donazzan, assessore ai Trasporti, l’aveva già confermato in chiusura del precedente mandato. La società Rfi tornerà alla carica, non appena sarà pronta la giunta, sperando che sia ancora la tenace Elena a presidiare il settore.

«Questa volta il sogno nel cassetto non resterà davvero nella polvere», afferma il vicepresidente della Provincia, Roberto Padrin. Quando il “trenobus delle Dolomiti” arriva a Calalzo, in stazione, manca solo la fanfara; ma la festa è davvero vivace. Ed in questo clima, Daniela Larese Filon conferma a tutti che le assicurazioni per arrivare col treno a Dobbiaco le ha ricevuto non solo dalla Provincia di Bolzano, ma anche dal Tirolo, interessato al collegamento con Lienz. Un diretto Lienz Venezia sarebbe il massimo anche per quelle valli. «Nelle prossime settimane ci metteremo intorno ad un tavolo e cominceremo a prospettare il progetto, da finanziare con fondi Interreg», è l’abbrivio della presidente. Ma i cronisti, si sa, pretendono già di vedere lo studio progettuale. Si andrà per Cortina o per Auronzo? Oppure si punterà ad Auronzo e, quindi, attraverso un tunnel verso Cortina, per poi proseguire in direzione della Val Pusteria? Larese Filon non si lascia scappare nessuna anticipazione, sa che la questione è delicata. In treno, Padrin ha provato a saggiare il parere di Baggio. «La tratta ferroviaria è stata dimessa e cementata, oggi c’è la ciclovia, non si può ribaltare tutto per farvi passare il treno». Ascolta attento l’ingegner Alessandro Turchetto, vicesindaco di Vittorio Veneto, e poi interviene. «Il treno, però, è un investimento ben più importante, strategico. Perché, ad esempio, non far correre la pista e il binario una accanto all’altra?». Saranno evidentemente i tecnici a valutare. Per il momento l’unica certezza è quella confermata nei giorni scorsi a Reinhold Messner. «Mai e poi mai le autorità austriache e, di conseguenza, quelle sudtirolesi, faranno transitare non un’autostrada, ma anche una superstrada. Anzi, so che obbligheranno tutti i camion a passare per il Brennero, altrimenti perché tutti quei soldi per il tunnel?». (f.d.m.)

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