Lo Stato non cede l’ex poligono di tiro «Serve ai militari»

Agordo, respinta la richiesta del Comune di avere lo stabile Da Roit: «Faremo ricorso, la Difesa ce lo dia o lo sistemi»

AGORDO. L’Agenzia delle Entrate dice no alla cessione gratuita al Comune di Agordo dell’ormai ex tiro a segno di Crostolin perché il ministero della Difesa ha confermato la necessità di utilizzare il bene per le proprie esigenze istituzionali.

Sullo stato della struttura di metà Ottocento, situata a lato della strada regionale del Passo Duran poco prima del confine tra Agordo e La Valle, quindici mesi fa era stato tolto il velo del silenzio. Un tempo luogo di esercitazione e di gare per gli agordini dell’associazione Tiro a segno (la più antica della città), per i cacciatori o per i militari di stanza alla caserma di Agordo, dalla metà degli anni Novanta l’edificio in stile austriaco era caduto lentamente in una condizione di degrado, non di totale abbandono. Nel senso che altre persone avevano deciso di utilizzarlo come luogo di ritrovo: muri dipinti con scritte e disegni, divani, bottiglie di birra e superalcolici.

La denuncia della situazione aveva spinto qualcuno (non si è chiarito chi) a ripulire sommariamente la zona e a chiudere con i lucchetti le porte delle due torri laterali contenenti attrezzature e oggetti distrutti legati alla vecchia attività di sparo. Dall’altro aveva consigliato al Comune di approfondire la questione.

Nel luglio scorso l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Sisto Da Roit, ha infatti scritto all’Agenzia delle Entrate. «Avevamo chiesto – dice Da Roit – la cessione dell’area del tiro a segno di Crostolin a titolo gratuito, ai sensi delle norme in materia di federalismo fiscale».

L’Agenzia delle Entrate si è fatta viva pochi giorni fa. «L’Agenzia – continua il sindaco di Agordo – ha risposto favorevolmente alla richiesta di cessione gratuita di alcuni terreni demaniali lungo il torrente Rova, ma ha invece comunicato che, formalmente interessato dalla stessa, il ministero della Difesa ha confermato la permanenza delle proprie esigenze istituzionali e, dunque, la necessità di utilizzare il bene in questione».

Risposta legittima. Quello che sfugge, tuttavia, è quali siano state e siano dalla metà degli anni Novanta ad oggi le esigenze istituzionali del ministero della Difesa circa il tiro a segno di Agordo. Nessuno del ministero, fino ad ottobre 2015, aveva dimostrato interesse verso la struttura di Crostolin. E chiunque sia stato a mettere i lucchetti alle porte, dovrà constatare che oggi questi sono completamente inutili, giacché la porta della seconda torre è stata comunque aperta, mentre quella della prima è stata sostituita dalla finestra sul retro a cui è stata tolta l’inferriata.

Sul soppalco, da dove un tempo si sparava fino a 300 metri, è stata leggermente cambiata la disposizione dei divani e le pareti si sono arricchite di qualche altra scritta.

«Il Comune – annuncia il sindaco – ha deciso di presentare richiesta di riesame evidenziando che i luoghi sono in disuso e in stato di abbandono da tempo, chiedendo, se ribadito il parere negativo, che l’amministrazione della Difesa provveda alla manutenzione, alla conservazione e alla messa in sicurezza dei luoghi. Azioni finora poste in essere dalla realtà locale e le cui responsabilità, in ipotesi di incidenti, potrebbero ricadere sull’amministrazione comunale».

Nell’autunno 2015, i giovani che utilizzavano (e utilizzano) l’ex tiro al bersaglio come luogo di ritrovo, avevano rivendicato il fatto che erano stati loro a ripulire anni prima la zona e, in qualche maniera, a darle un senso. Ora la comunità di Agordo attende di sapere quale sia quello che intende darle nel prossimo futuro il ministero della Difesa.

Gianni Santomaso

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