Lo storico palazzo dell’ex Banca d’Italia ora appartiene a Chemello e Francavilla

Ieri con la firma davanti al notaio è stato completato il rogito: «Valorizzeremo e renderemo attrattivo il cuore di Belluno»

BELLUNO. Una firma per il rilancio del centro storico cittadino. Il ministero dei Beni culturali ha deciso di non esercitare il diritto di prelazione e da ieri l’immobile che ospitava la Banca d’Italia, in piazza dei Martiri, è diventato di proprietà della F&C Project. Ovvero di Roberto Chemello e Claudio Francavilla. Il rogito è stato completato davanti al notaio. Si è conclusa così l’operazione di acquisizione dell’immobile. Chiuso da anni e pronto ad essere rilanciato.

Cosa diventerà è presto per dirlo. La F&C Project ha commissionato uno studio alla società Cbre, impegnata a livello mondiale nella consulenza commerciale, ed è quasi pronto. Di illazioni ne sono state fatte molte in questi mesi, Chemello preferisce non sbilanciarsi: «Attendiamo lo studio, poi decideremo che tipo di intervento fare nell’edificio», spiega. Ci sono vincoli da rispettare, perché l’immobile è tutelato dalla Soprintendenza, ma il progetto sarà rispettoso della storia e dell’architettura del palazzo. E, soprattutto, l’intervento andrà a braccetto con quello previsto nell’area dell’ex ospedale civile da completare.

«I due progetti saranno sviluppati in maniera integrata», continua Chemello. «Nascerà un unico centro, che permetterà di valorizzare il cuore della città». Si mormora dell’arrivo di una grande griffe, di un ristorante al primo piano del palazzo, con quella splendida terrazza che si affaccia sul liston e sui giardini pubblici. Chemello sorride, in parte glissa, ma confessa: «L’obiettivo di questa operazione non è tanto mettere a reddito un patrimonio, ma creare un polo di potenziale sviluppo e attrazione attorno al quale far rinascere il centro storico di Belluno. Vogliamo che questo centro funga da richiamo, che renda nuovamente attrattivo venire a Belluno a fare shopping».

Le decisioni da prendere saranno molte, ma gli imprenditori non sono persone cui piaccia perdere tempo: fatte le doverose analisi, perché l’investimento è considerevole, si stenderanno le tavole progettuali. Quindi saranno presentate al Comune, alla Soprintendenza, e ottenute le autorizzazioni si aprirà il cantiere. L’obiettivo è cominciare la ristrutturazione alla fine del prossimo anno. Al massimo all’inizio del 2020.

Ma cosa diventerà il palazzo dell’ex Banca d’Italia? Quando annunciarono la volontà di acquistare l’immobile, Chemello e Francavilla parlarono di un parco commerciale pedonale che dalla sede dell’ex Banca d’Italia si estenderà fino a Palazzo Bembo e all’ex ospedale civile. All’interno, avevano spiegato, ci saranno attività economiche che fungeranno da punto di attrazione per rivitalizzare il commercio del centro. Al primo piano si è sempre ventilata l’ipotesi di allestire un ristorante, ma non è così scontato.

L’ex Banca d’Italia si estende su 4300 metri quadrati ed è composta da due sezioni: il salone, il caveau e le vetrine fronte piazza (destinati a zona commerciale), e il palazzo, esteso su quattro piani e un sottotetto. Gli spazi non mancano. Le idee neppure. Presto una parte molto importante della città cambierà volto. —




 

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