L’oasi per uccelli e animali sarà devastata dal cemento
BELLUNO. Di area artigianale a Levego si parla dalla metà degli anni Ottanta. Con la giunta Fistarol il progetto inizia a delinearsi, ma la concretizzazione arriva con l'amministrazione Prade, che adotta il Pua (in giunta) l'8 novembre 2011. Lo approva definitivamente il 17 aprile 2012. Il piano non viene portato in consiglio comunale.
L'area è vastissima, circa 73 mila metri quadrati che saranno così suddivisi: 30 mila mq di capannoni, divisi in due comparti (o stralci) di intervento, novemila di parcheggi, dodicimila di strade, 25 mila destinati a verde pubblico e agricolo.
I privati avrebbero potuto edificare di più, se la Soprintendenza non avesse messo delle prescrizioni per tutelare l'area più vicina al Piave. I dati si trovano nelle delibere e in un corposo lavoro preparato da Federico Balzan tre anni fa, quando iniziò a interessarsi del problema e a esporlo ai cittadini.
La lottizzazione sarà divisa in due: il comparto 1, quello più a est, prevede sorgano cinque capannoni, per un totale di 14.883 mq di superficie coperta (edifici alti al massimo 12 metri e mezzo) e un volume di 186.040 mc. Il comparto 2 sarà edificato su 14.592 metri quadrati per un volume complessivo di 182.402 mc.
Nel lavoro di Balzan si evidenziano le peculiarità del biotopo, dove nidificano molti uccelli e si possono incontrare diversi animali: sono stati avvistati la gazza, il colombaccio, la nitticora, la rondine, il rondone, il germano reale, cervi, lepri e caprioli, ma gli abitanti hanno sentito il canto di cuculi, gallinelle d'acqua, assioli e il verso della rana verde.
Pregiata anche la flora: nel biotopo, che si trova ad un passo dalle Fontane di Nogarè, si trovano l'olivello spinoso, l'ontano bianco e nero, il salice ripaiolo e il pioppo nero. (a.f.)
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