«L’obiettivo è individuare i sintomi del malessere»
BELLUNO. «Questo progetto darà vita a un nuovo modello relazionale tra tutti i soggetti che sono coinvolti a vario titolo nella gestione dei ragazzi che presentano comportamenti devianti o patologie».
Del progetto “Una comunità a sostegno della famiglia”, di cui l’Usl 1 è capofila ed è finanziato per il triennio anche dalla Fondazione Cariverona per 650 mila euro (su 929 mila euro totali), è soddisfatta la referente dei Servizi dipartimentali Infanzia-Adolescenza-famiglia, Maria Arrigoni. «Non avevamo mai ottenuto una somma così elevato di cofinanziamento», dice Arrigoni, «ed è importante, perchè in tal modo riusciamo a dare una risposta a livello provinciale a un problema, quello del disagio giovanile e delle fragilità delle famiglie, che inizia a preoccupare».
«Questo nuovo modello di azione, che vede il coinvolgimento di tutto il territorio in un’azione di rete», prosegue Arrigoni, «permetterà l’individuazione dei sintomi di potenziali comportamenti devianti. Poi, grazie a una valutazione per gradi, verrà individuata la risposta migliore per il caso specifico». «La valutazione per gradi», prosegue, «permetterà di occuparsi anche dei ragazzi che si trovano in una situazione per la quale non è necessario un immediato intervento istituzionale, ma che, se non seguita e monitorata, potrebbe trasformarsi in un conclamato disagio o in una patologia».
I professionisti presenti alle attività dei ragazzi e quelli dello sportello dei singoli poli permetterà di valutare le iniziative da intraprendere per garantire l’appropriatezza nella risposta. (p.d.a.)
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