L’occhialeria vola esportazioni record e si assume di nuovo

L’Anfao ha presentato al Mido i dati positivi del settore tra le novità il fenomeno del rimpatrio della produzione
Di Eleonora Vallin

MILANO. Trendy, retrò, contemporaneo, irregolare, audace; con le aste borchiate o glitter, stile oversize in classico acetato, ma anche in nuove soluzioni, come i materiali eco-friendly.

L’edizione 2015 del Mido, da oggi fino al 2 marzo in Fiera a Milano, si apre all’insegna della cura del dettaglio. Perché è sempre più l’occhiale il «quid» attorno a cui costruire lo stile. In mostra ci sono quasi 1.200 espositori provenienti dai cinque continenti; e sono attese decine di migliaia di visitatori.

Quest’anno lo spazio espositivo si allarga (+10%) per ospitare 150 nuove aziende. Completamente ridisegnato il layout, con un percorso lineare utile a meglio visualizzare i prodotti in mostra. Perché le protagoniste sono loro, le industrie del made in Italy.

Una pattuglia, calcola l’Anfao (l’associazione dei produttori), composta da 868 aziende (in leggera flessione dello -0,1% sul 2013) che macina chilometri nel mappamondo: la produzione nel 2014, stando ai dati comunicati ieri, è cresciuta del 9,4% per un valore totale di 3.171 milioni. E la spinta viene proprio dalle esportazioni (+11,8%) che ne assorbono oltre il 90% e che hanno fatto segnare un nuovo record storico per 3,1 miliardi di valore. Più 11,7% le vendite degli occhiali da sole (2 miliardi), +12% quelle delle montature.

A beneficiarne c’è anche l'occupazione che avanza con un incoraggiante +2,3% contando oggi su 16.195 addetti (dati fine 2014). I due potenti motori? Sono America, Stati Uniti in testa, da sempre primo mercato di riferimento del settore (con un 23% di quota sul totale export) e la Cina, che nel 2014 ha segnato +178% nelle vendite. In ripresa, per il secondo anno consecutivo, anche l’Europa, che è lo zoccolo duro e copre il 50% dell’export, con recuperi importanti in Spagna Portogallo e perfino Grecia.

Quanto al mercato domestico, evidenzia il presidente di Mido e Anfao Cirillo Marcolin, «si intravede una stabilizzazione, ma su livelli di domanda e produzione molto bassi».

A valore, perdiamo un ulteriore punto percentuale sul 2013 (-3% sia per il sole sia per le montature). Il comparto «ha imparato a sopravvivere e persino ad avanzare, in maniera più agevole per le grandi aziende, più strutturate e veloci a cogliere i cambiamenti, con difficoltà per le piccole e medie imprese, sì molto votate all’internazionalizzazione, ma meno organizzate e flessibili» si commenta. Tra le novità: il fenomeno del reshoring, ovvero del rimpatrio della produzione nel nostro Paese, dopo anni di delocalizzazione spinta. Grazie all’aumento dei consumatori sofisticati, al traino del made in Italy e anche alla crescita dei costo del lavoro laddove, anni fa, tutto era «low».

Considerando le esportazioni mondiali di occhiali da sole e montature, che nel 2014 sono stimate intorno ai 13.900 milioni, la quota di mercato dell’Italia è del 23%, dietro alla Cina. Ma se si prende in considerazione solo la fascia alta, l’Italia si avvicina al 70%. Quanto al 2015, questo potrebbe essere un «anno spartiacque», anticipa l’associazione dei fabbricanti di articoli ottici: «Le esportazioni sono state la salvezza del settore e saranno ancora la chiave vincente nel prossimo futuro. Tuttavia, saranno l’innovazione, la qualità, l’originalità, il valore aggiunto a fare sempre più la differenza». La via è quella della specializzazione, ricerca di nicchie di marcato a valore aggiunto, qualità certificata, servizio ‘sartoriale’. Un ‘savoir faire’ che sarà da oggi condensato al Mido.
«Abbiamo lavorato intensamente per offrire alla 45esima edizione della fiera una serie di iniziative e proposte basate su un solido “sapere” organizzativo, ma anche sui “sapori” della sensibilità italiana che ci rendono i più bravi al mondo, il punto di riferimento più autorevole e prestigioso del mercato globale», chiosa Cirillo Marcolin. Si alzi il sipario.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi