L'ombra del lupo sugli assalti alle pecore

Gli agricoltori dell'Alpago e del Cansiglio non ne possono più: «Via alle ronde notturne per stanare i predatori». Scagionate dunque le volpi
L’ombra del lupo sulla strage di pecore. Per la Polizia provinciale il suo arrivo in provincia è imminente
L’ombra del lupo sulla strage di pecore. Per la Polizia provinciale il suo arrivo in provincia è imminente
TAMBRE.
Altre 2 pecore sbranate in Val Menera, presso l'azienda agricola di Alex Gava. E fanno 20 capi (agnelli compresi) in un mese, più altri due feriti. Ben 6 gli assalti. A questo punto ci sono grossi dubbi che le responsabili delle stragi siano le volpi: «Evidentemente no», taglia corto Paolo Casagrande, responsabile del sindacato Anpa, che tutela i produttori agricoli del Cansiglio. «A nostro avviso è arrivato il lupo».

Nel mirino di Casagrande finisce anche il riserbo, se non addirittura il silenzio delle autorità che, indagando, dovrebbero dire di chi è la responsabilità. pecore. E proprio questa situazione di incertezza ha mobilitato gli allevatori.

«Questa notte in Cansiglio ci faremo sentire, visto che le istituzioni sono assenti e se ne fregano di sorvegliare e prendere provvedimenti», chiama alla mobilitazione il sindacalista Casagrande. «Ci muoveremo per far sì che finisca questa festa notturna dei predatori ignoti sulle spalle degli allevatori. E' legittima difesa».

Il presidente Anpa, sindacato vicino alla Lega Nord, non esclude dunque che, in presenza di ulteriori attacchi, si arrivi a sparare a cani, volpi o lupi, insomma a chi porterà di nuovo l'attacco alle povere pecore e agli ancor più indifesi agnelli. «La Polizia provinciale non ci dice nulla. Si tratta di cani randagi, dimenticati da turisti? L'Usl ci faceva sapere che potevano essere delle volpi. Ma dopo le ripetute azioni, anche l'azienda sanitaria non sa più che cosa sostenere. Sta di fatto che non possiamo difenderci».

L'azienda Gava, infatti, si trova in un territorio compreso nel demanio regionale, da dove la caccia è bandita e dove le guardie provinciali non possono intervenire. Ma il confine è vicino e le "sentinelle" della notte potrebbero far uscire gli animali invasori dai confini protetti per poi sparare contro di loro.

Casagrande arriva ad adombrare l'omertà dietro il silenzio di queste settimane. Ieri è intervenuto l'Istituto Zooprofilattico per un esame approfondito su due pecore azzannate nelle notti scorse: «In verità», si legge in una nota dell'Anpa, «abbiamo il sospetto che sappiano, ma che non vogliano dire. Hanno forse paura di svelare che sono arrivati i lupi? O l'orso? Siamo nella riserva naturale del Cansiglio, area protetta: qui non si può abbattere niente, gli sbranatori ignoti sono iperprotetti, gli allevatori massacrati».

Ammonterebbe a poco meno di 3mila euro il danno patito fino ad oggi dall'azienda Gava. Danno che va ad aggiungersi ai 120mila euro di risarcimento richiesto alla Regione dagli altri allevatori per gli assalti ai loro pascoli da parte di circa 2 mila cervi. Casagrande protesta per conto dei contadini. «Le istituzioni non pagano i danni di questa forsennata tutela dell'ambientalismo dei cittadini del 4º piano. Qui non si può sparare a una mosca, la fauna selvatica è trattata con i guanti e con i maggiordomi, ma poi a pagare le conseguenze sono sempre e solo i quattro contadini che hanno il coraggio di vivere e lavorare in Cansiglio. Sono sempre lasciati soli».

Da qui un appello alla "sensibilità" del governatore della Regione, Luca Zaia. «Nella prossima finanziaria regionale inserisca i fondi per il risarcimento e in una delle prossime sedute di giunta confermi la caccia di selezione ai cervi».

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